I riformati aderiscono alla dichiarazione sulla giustificazione

Assemblea plenaria riunita a Lipsia
Assemblea plenaria riunita a Lipsia

Dal 29 giugno al 7 luglio il Consiglio generale della Comunione mondiale di chiese riformate (Cmcr) si è riunito a Lipsia. La Cmcr, che federa la maggior parte delle chiese riformate a livello mondiale, raccoglie 233 chiese modellate dalla riforma di Calvino e Zwingli sparse in 108 paesi per un totale di circa 80 milioni di fedeli. Il Consiglio generale, che si riunisce ogni 7 anni, è l’assemblea generale decisionale di questa comunione di chiese chiamata a “discernere nelle Scritture la volontà di Dio sugli orientamenti della Comunione mondiale di chiese riformate ed eleggerne i responsabili”.

Mercoledì 5 luglio, i delegati delle chiese riformate del mondo si sono spostati da Lipsia a Wittenberg per partecipare a una celebrazione ecumenica durante la quale la Cmcr ha ufficialmente firmato la «Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione». Il documento, che era stato sottoscritto dalla Chiesa cattolica romana e dalla Federazione luterana mondiale (Flm) nel 1999, dopo diversi anni di dialogo impegnato, afferma che le chiese ora condividono «una comprensione comune della nostra giustificazione operata dalla grazia di Dio per mezzo della fede in Cristo». La firma di questa dichiarazione da parte di cattolici e luterani aveva costituito una pietra miliare del cammino ecumenico, poiché dopo cinque secoli di divisione, il punto centrale del dibattito riformatore del Cinquecento veniva superato, non solo a livello teologico ma da parte delle autorità stesse delle chiese coinvolte. Attraverso l’accordo del 1999, cattolici e luterani riconoscevano che le condanne pronunciate all’epoca della Riforma non avevano più luogo d’essere.

Nel 2006 il Consiglio mondiale metodista e le sue chiese membro hanno affermato il loro sostanziale accordo dottrinale verso il documento e hanno aderito alla «Dichiarazione»; nel 2016 anche il Consiglio consultivo anglicano «ha accolto e confermato la sostanza» della «Dichiarazione».

Ora la Cmcr si sta dunque associando a questa dichiarazione: in presenza dei responsabili mondiali delle chiese interessate (tra cui il segretario del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani Brian Farrel per parte cattolica, il segretario generale della Federazione luterana mondiale Martin Junge), il segretario generale della Cmcr Chris Ferguson ha ratificato il documento a Wittenberg, la città in cui la controversia ora superata era iniziata mezzo millennio fa. Nell’accordo di associazione siglato, i riformati sottolineano in modo particolare la connessione fra giustificazione e giustizia come contributo loro proprio al futuro dialogo ecumenico sulla comprensione della giustificazione. Infatti la tradizione riformata (in modo più spiccato di quella delle chiese luterane) ha una forte coscienza del fatto che l’Evangelo riguarda la società e spinge i cristiani ad agirvi, in nome della signoria di Cristo sulla chiesa e sul mondo; ancora oggi la Cmcr esprime frequentemente la propria preoccupazione per la dimensione etica della vita umana e le sue ricadute, in particolare in materia di giustizia umana, nei vari contesti in cui appare minacciata.

Anche un secondo documento ecumenico è stato sottoscritto nel corso del Consiglio generale della Cmcr: l’accordo intitolato «Testimonianza di Wittenberg», che lega la Comunione mondiale di chiese riformate e la Federazione luterana mondiale. Questa testimonianza comune confessa il dramma di una chiesa divisa, afferma i frutti di decenni di dialogo impegnato da parte delle due organizzazioni e celebra i recenti passi verso l’unità fatti in tutto il mondo dalle rispettive chiese membro.

«Ci impegneremo a trovare nuove forme di vita comunitaria che esprimano più pienamente la comunione che già abbiamo in Cristo», ha detto Anna Case-Winters, membro Cmcr del gruppo che ha redatto il documento. «E ci impegniamo per una testimonianza condivisa per resistere alle forze dell’ingiustizia e dell’esclusione nelle nostre chiese e nel mondo».

Le chiese luterane e riformate in Europa sono formalmente in comunione dal 1973, quando hanno sottoscritto la Concordia di Leuenberg. Ma il peso delle tradizioni confessionali diverse continua a farsi sentire e a dividere. Tuttavia, in Germania, diverse chiese unite si sono costituite già nell’Ottocento, raccogliendo in un unico corpo ecclesiale riformati e luterani. Altre unioni di chiese protestanti hanno visto la luce più recentemente: la Uniting Church, in Australia, che riunisce congregazionalisti, presbiteriani (riformati), metodisti e luterani sin dal 1977; la Chiesa protestante olandese, nata nel 2004, che congiunge due chiese riformate e la chiesa luterana; la Chiesa protestante unita di Francia (2013) nella quale si ritrovano riformati e luterani.