Un pastore buono

Dometian di Vidin, della Chiesa ortodossa di Bulgaria
Dometian di Vidin, della Chiesa ortodossa di Bulgaria

Il 18 settembre 2017, all’età di 84 anni, dopo lunga malattia, è passato da questo mondo al Padre il metropolita Dometian di Vidin, della Chiesa ortodossa di Bulgaria, indimenticabile figura di padre spirituale contemporaneo.

Membro del santo Sinodo, è stato uno dei suoi componenti più stimati e amati, rappresentandolo per oltre trent’anni nelle relazioni interecclesiali e distinguendosi per il suo impegno ecumenico, la sua apertura di mente e di cuore. Credeva nell’incontro, nel dialogo, nelle visite fraterne, nel faccia a faccia sincero tra fratelli come Gesù ha insegnato, nella conoscenza di “altri” stili e sfaccettature dell’unica avventura umana, nelle possibilità di amicizia che i viaggi, le lingue e la curiosità culturale offrono… Lo caratterizzava uno spirito di stupore e di ringraziamento, sigillato da un grande sorriso che segnava il suo volto di una permanente benevolenza e creava con chi lo incontrava una naturale empatia.

Aveva abbracciato la vita monastica a 27 anni e, quindici anni dopo, nominato vescovo, fu segretario del santo Sinodo, vicario del metropolita di Sofia, fino a divenire metropolita di Vidin nel 1987, dove ancora è acutamente compianto.

Da 1992 al 1996 guidò il Dipartimento per le relazioni ecclesiali del Patriarcato e nel 1991, alla VII Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle Chiese a Canberra, in Australia, venne eletto membro del Comitato centrale.

Negli ultimi tempi, pur gravemente malato, non cessò di consigliare, esortare, incoraggiare con la sua autorevolezza spirituale quanti si rivolgevano a lui. Il Patriarca Neofit ha definito pubblicamente la sua morte una grave perdita non solo per la Chiesa bulgara ma per tutti i cristiani.

Nel 1967 aveva trascorso a Taizé sei mesi come giovane monaco: fu in quel periodo che visitò per la prima volta la nostra comunità, ritornandovi poi qualche anno dopo e lasciando un ricordo che non è mai venuto meno. Da allora un’amicizia sincera è costantemente cresciuta, come traspare dalle sue parole di saluto al nostro Convegno internazionale ecumenico di spiritualità ortodossa del 2013.

Anche durante la visita nel giugno scorso dei fratelli Lino, Adalberto e Gianmarco alla Chiesa e ai monasteri bulgari, abbiamo potuto renderci conto di quanto fosse profondamente ascoltato e rispettato.

Lascia l’eredità di una paternità misericordiosa e lungimirante, di un cuore umile e compassionevole, sensibile alle grandi sofferenze planetarie come al pianto silenzioso del fratello accanto a noi, di un coraggio e franchezza ecclesiale capace di una parola ferma e di comprensione sempre, di un’instancabile fiducia nel dialogo, di una visione in Cristo di persone e fatti che abbraccia tutti gli uomini nell’attesa del veniente e nella certezza che l’ultima parola è resurrezione.

Come ha scritto il metropolita Hilarion di Volokolamsk, facendo eco al Patriarca di Mosca Kirill: “Fu un pastore buono che non si prese solamente cura del gregge affidatogli ma dimostrò sollecitudine per l’unità spirituale di tutti i membri della Chiesa di Cristo nella quale, secondo Paolo, Cristo è tutto in tutti (Col. 3,11).

Chiediamo l’intercessione del metropolita Dometian nella comunione dei santi del cielo e delle terra, e assicuriamo la nostra preghiera fedele per la Chiesa ortodossa bulgara.