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Intronizzazione di Giovanni X, patriarca di Antiochia

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Intronizzazione di Giovanni X, patriarca di Antiochia. Damasco, Chiesa della Santa Croce
Intronizzazione di Giovanni X, patriarca di Antiochia. Damasco, Chiesa della Santa Croce

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Intronizzazione di Giovanni X, patriarca di Antiochia. Beirut, Cattedrale di San Nicola
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Intronizzazione di Giovanni X, patriarca di Antiochia. Beirut, Cattedrale di San Nicola
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Intronizzazione di Giovanni X, patriarca di Antiochia. Beirut, Cattedrale di San Nicola
17 febbraio 2013

In occasione dell’intronizzazione nella chiesa della Santa Croce a Damasco domenica 10 febbraio, questa mattina nella cattedrale di San Nicola a Beirut il nuovo patriarca di Antiochia e di tutto l’oriente Sua Beatitudine Giovanni X presiederà la divina liturgia. Oggi in Libano si ripete, per così dire, alla presenza di molti delegati delle chiese invitati dal santo Sinodo, una cerimonia che già si era svolta in forma più discreta domenica scorsa nella martoriata Siria, a Damasco, sede del patriarcato ortodosso. Quale segno dell’amore che la nostra comunità nutre per questa Chiesa, testimone del vangelo nella cultura araba e tra le genti dell’islam, un nostro fratello, delegato dal priore, è stato presente alla cerimonia di intronizzazione.

È stata un’occasione preziosa per approfondire la nostra amicizia con il patriarca (eletto il 17 dicembre 2012) e la chiesa ortodossa di Antiochia. Il patriarca Youhanna colpisce per semplicità, profondità, umiltà e determinazione. Ha detto nella sua omelia: “Essere servi, è questo che Dio vuole che siamo. Ce ne ha dato l’esempio lavando i piedi ai suoi discepoli, manifestando così che cosa significa essere il primo in una comunità d’amore. Ci ha anche chiesto di essere uno come lui e suo Padre sono uno. La chiesa di Antiochia ha svolto nella storia un ruolo eminente per avvicinare punti di vista diversi. Vogliamo essere un ponte d’amore e di dialogo. Siamo coscienti della ferita che gli scismi tra credenti hanno causato al corpo di Cristo. Questa presa di coscienza ha spinto la chiesa di Antiochia a partecipare instancabilmente a tutti i tentativi di dialogo per superare le mancanze umane che impediscono l’unione dei cristiani. Noi resteremo fedeli a questa prassi dei nostri predecessori. Vogliamo confermare che proseguiremo tutti i dialoghi con le diverse chiese orientali e occidentali, operando con ogni risolutezza per il ristabilimento dell’unità con loro, e prendendo iniziative coraggiose e profetiche affinché Dio ci doni di comunicare, quando vorrà, allo stesso calice. In una accettazione amante delle differenze, rifiutiamo ogni ripiegamento su di sé e ogni ignoranza dell’altro, che va amato e non solo accettato, servito e non solo meramente registrato nella sua esistenza. Noi siamo chiamati ad elevarci in Dio. Siamo i servitori di tutti, secondo colui di cui è detto: Non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita per la moltitudine. Nessuno nasce grande. Diviene grande quando dona la sua vita per i fratelli. Colui che muore vive. Colui che ama vive e vivifica, perché chi ama è figlio della resurrezione!”.

Parole di grande speranza e fiducia!