Lettera del patriarca ecumenico Bartolomeo a papa Francesco

Città del Vaticano, 20 marzo 2013
Il patriarca ecumenico Bartolomeo e papa Francesco

29 giugno 2013
Festa dei santi Pietro e Paolo

Sua santità e beatitudine il papa Francesco della prima Roma: rallegratevi nel Signore!
“Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo!

Nella sua grande misericordia egli ci ha fatto rinascere per una speranza viva mediante la resurrezione di Gesù Cristo dai morti, e ci ha dato un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce” (1Pt 1,3-4): questa è anche la confessione della nostra santa chiesa di Costantinopoli-Nuova Roma, insieme a Pietro il primo degli apostoli, nel momento in cui rivolgiamo un sincero saluto fraterno e un festoso abbraccio alla vostra santità stimata e amata in questo fausto giorno di festa in onore dei santi apostoli Pietro e Paolo, giorno che segna la festa patronale della venerabile chiesa di Roma.

Continuando la passata tradizione, il patriarcato ecumenico partecipa anche quest’anno alla gioia con cui in questo giorno voi adornate per la prima volta il trono della antica chiesa di Roma. Pertanto, si diletta con voi e i vostri devoti fedeli in occasione della festa di questi due santi apostoli, esprimendo l’attesa e la speranza che l’apertura di vostra santità verso la semplicità e carità, universalmente accolta con un senso di gratitudine e di gratificazione, possa nutrire profondamente la chiesa e orientare il suo atteggiamento verso le dimensioni essenziali della legalità, della giustizia e della misericordia, in conformità con le dottrine e le richieste del suo fondatore, il Signore nostro Gesù Cristo, che ha veramente chiamato tutti noi “a una speranza viva”.

La ben nota posizione di vostra santità su queste questioni della semplicità e della carità si è rivelata molto commovente. Inoltre, è anche vero che la chiesa di Cristo e i suoi membri sono sempre stati ispirati dalle stesse idee e principi di carità e di semplicità. Le comunità cristiane contemporanee abbondano di istituzioni ??filantropiche e persone dedite alla beneficienza, tuttavia i bisogni sono abbondanti, specialmente nella nostra epoca – un’epoca di crisi finanziaria e di sfide, ma anche un’epoca di crisi dei valori e delle istituzioni – ed è proprio per questo che dobbiamo motivare costantemente la sensibilità caritativa delle persone, al fine di rispondere e risolvere i problemi della povertà.


  

Questo spirito di semplicità deve sicuramente anche caratterizzare le relazioni tra le chiese e tra i cristiani, che per motivi noti al Signore oggi sono divisi in diverse chiese e confessioni cristiane. È nostra speranza personale che i dialoghi in corso tra le varie chiese – e in particolare il dialogo tra le nostre due grandi chiese, quella cattolica romana e quella cristiana ortodossa, un dialogo d’amore, di posizioni teologiche e di verità – continuerà a dare i suoi frutti in uno spirito di semplicità e di fraternità, di comprensione e autenticità reciproca, al fine di realizzare il risultato desiderato di riavvicinamento attraverso l’unica verità che è in Cristo, la quale, in ultima analisi, è la sola in grado di unire – e li unirà – tutti i cristiani.

Santità, la nostra fede non è la compilazione di diverse opinioni promulgate per integrare la discussione in modo armonioso; essa è la rivelazione dell’unica verità espressa attraverso e nella persona divina di Gesù Cristo, così che l’obiettivo finale per tutti coloro che sono coinvolti nel dialogo dovrebbe essere di avvicinarsi, toccare, comprendere e sperimentare la sua persona divina, che ricapitola la verità manifestata a quelli che sono insieme a lui nello Spirito santo.

La festa patronale di una chiesa – oggi della vostra chiesa di Roma e il prossimo novembre della nostra chiesa di Costantinopoli, quando si commemorerà il santo apostolo Andrea, primo chiamato tra gli apostoli – costituisce un punto culminante e la pietra miliare nel suo cammino spirituale. Esso offre l’opportunità di riflettere sul passato e di prevedere il futuro. Manifestazioni ed eventi del passato devono essere debitamente valutati e di conseguenza classificati tra quelli che sono appropriati e da promuovere, oppure tra quelli che sono inappropriati e devono essere tralasciati.

Vorremmo che ogni nuova tappa di tali celebrazioni fosse riempita di iniziative e di attività da parte della vostra venerabile santità e della vostra chiesa storica, che dovrebbe essere emulata, lodata e promossa. In questo modo siamo messi in grado di avvicinarci alla verità che è in Cristo davvero come fratelli, condividendo e dimorando con lui “in una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce”, così che “la nostra fede, messa alla prova, torni a nostra lode, gloria e onore” (cf. 1Pt 1,7). Infatti “è la volontà di Dio che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti” (1Pt 2,15); invece, “onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio” (1Pt 2,17).


[…] Ecco dunque che, con anticipazione fiduciosa, ora contempliamo il nostro cammino comune verso l’unico calice. Noi non ignoriamo gli ostacoli esistenti sul cammino dell’unità desiderabile di tutti i cristiani. Tuttavia, noi non smettiamo di lavorare con tutte le nostre forze e di chiedere di ricevere lo Spirito santo. Secondo Gregorio il Teologo, arcivescovo di Costantinopoli “questo Spirito è prudentissimo ed estremamente amorevole; se riesce a scoprire pescatori, può attirare a Cristo tutto il mondo, catturandoli attraverso la rete da pesca della Parola”, proprio come fece Pietro. Infatti, “può trasformare la passione di fanatici persecutori e fare di Saul un Paolo, catturandoli con la stessa intensità di pietà con cui erano stati catturati dal male. Tale è lo spirito di mansuetudine”. Oggi, lo stesso Spirito ci rende anche “coraggiosi araldi” dell’unità dei cristiani, per amore del quale incessantemente “pieghiamo le ginocchia davanti al Padre del Signore nostro Gesù Cristo”. Poiché lo Spirito “è da sempre, è e sarà; è senza inizio e senza fine”. Così egli deve sempre ispirare in noi il desiderio dell’unità nella semplicità e della salvezza di tutti. “Manteniamoci uniti e insieme glorifichiamo la Trinità” – Padre, Figlio e Spirito Santo – “attraverso la quale soltanto possiamo costituire un’unica assemblea, un’unica liturgia, adorazione, potenza, perfezione e santificazione”. Ciò è il modo in cui lo stesso Spirito “si diletta nel riversare su di noi i suoi doni divini”.

Perciò, nel celebrare questa festa insieme alla vostra amata santità, recitiamo gli inni della nostra chiesa ortodossa in onore dei nostri gloriosi santi patroni: “Rallegratevi, benedette e corrispondenti controparti, che condividete una sola anima in due corpi. Rallegratevi nel Signore sempre, Pietro e Paolo. Invochiamo le vostre preghiere incessanti per noi e imploriamo il compimento delle vostre promesse per noi”. Rallegratevi e ricordatevi di noi. Dal momento che vi trovate direttamente davanti alla santa Trinità, pregate per la salvezza di tutti noi, affinché possiamo ottenere i doni eterni in Cristo Gesù, nostro Signore. A lui ogni gloria e potenza, onore e adorazione, gratitudine e ringraziamento, insieme al Padre, che è senza inizio, e allo Spirito santo, buono e vivificante, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

Il vostro amato fratello in Cristo,

+ Bartolomeo,
patriarca ecumenico