Ritiro di Natale

Mikhail Abakumov, Natale, 1901.
Mikhail Abakumov, Natale, 1901.

“Vivere il Natale sotto il primato dell’Evangelo” è stato l’invito, l’appello di questo ritiro, predicato da fratel Goffredo.

Il vangelo di Natale è lo stesso ogni anno manifesta le dinamiche sottostanti ad ogni quotidiana lettura del vangelo: “unica realtà che non delude e non allontana”, ma il cui significato corre continuamente il rischio di essere logorato e deteriorato, tanto da non essere più efficace per noi. In aggiunta il vangelo che narra della nascita di Gesù in Luca espone alla possibilità di leggerlo in modo non evangelico, di vedere “l’infante in modo infantile” e non alla luce dell’intera vita del Signore, che infatti è nato come ha vissuto.

Lc  2,1-5: In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra( …) Anche Giuseppe … Ciascuno di noi nasce all’interno di una storia non scelta, che ci precede e ci accoglie, la grande storia degli avvenimenti politici ed economici in cui sembrano regnare i potenti e le microstorie, che possono essere “germi di salvezza della dimensione di un seme, la misura del regno di Dio”. Come viviamo con fede l’oggi della storia, i drammatici eventi che ci espongono alla tentazione di perdere la fiducia nella promessa di Dio?

Lc  2,6-7: Mentre si trovavano in quel luogo […] perché per loro non c’era posto nell’alloggio. Gesù nasce nella povertà e nel rifiuto che si riserva alla gente anonima e agli stranieri, anche se all’interno dell’“amorosa accoglienza di un padre e di una madre”. Povertà consapevolmente scelta come sua forma di vita e rifiuto che si estende fino alla sua morte, segno di una “coerenza di vita più che di una corrispondenza narrativa”. Gesù si presenta al mondo come “uomo che è soltanto uomo, senza titoli né privilegi, non integrato e non integrabile”, e si rivela un Dio che è ciò che noi escludiamo di Dio. In ciò che escludiamo di Dio, lì Dio ha posto la sua tenda.

Lc  2,8-14: C’erano in quella regione alcuni pastori… “primi destinatari del fatto, gli scartati per eccellenza, simbolo degli uomini con poco o nessun valore”. Poiché il loro lavoro non permetteva loro di rispettare la Legge e di osservare il sabato, non erano considerati degni neppure di ascoltare le Scritture. Eppure a loro si rivolge l’angelo del Signore e a loro viene detta la prima parola che ascoltiamo in questo testo, che ci rivela ciò che noi non possiamo dire da noi stessi: dire che Gesù è Signore, Cristo e Salvatore.

Lc  2,15-20: Appena gli angeli si furono allontanati da loro… i pastori vanno a vedere l’ “avvenimento”, quel “fatto eloquente e portatore di senso e di significato”, che si rivela in una realtà semplice e quotidiana di un bambino che nasce e in fretta se ne vanno. Ogni passo verso l’autentico deve passare attraverso la delusione e ogni cammino verso la verità deve passare attraverso il dubbio. Hanno ricevuto Parola e luce, da ricevere in dono e custodire, tenere in vita attraverso atti di fede.

sintesi di Miriam Stevenazzi