Cronaca della visita a Bose di sua Santità Bartholomeos I

 

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Al termine del discorso di fr. Enzo, prende la parola il patriarca. Esprime la sua grande gioia di trovarsi ancora una volta in mezzo a noi, confessando di commuoversi “per lo sforzo spirituale di molti anni … per l’amore, per l’interesse e il rispetto per la Chiesa e la spiritualità ortodossa manifestatosi in vari modi…”. Fa riferimento al lavoro di studio, di pubblicazione e di diffusione dei testi della spiritualità ortodossa antica e moderna che la nostra Comunità svolge da tempo, non come un semplice “arricchimento della conoscenza, ma come uno sforzo di assorbimento e applicazione del loro spirito e della loro saggezza”.

Al termine del discorso, il patriarca riprende posto accanto al coro dei fratelli e subito dopo iniziano i vespri. Sono i primi vespri della festa di san Pacomio, padre della vita monastica, che oggi in presenza del patriarca sono celebrati con particolare solennità, per sottolineare la comune eredità spirituale che il santo fondatore della koinonía ha lasciato a tutto il monachesimo, in oriente e in occidente, e anche l’importanza che il suo insegnamento ha avuto ed ha tuttora per la nostra vicenda comunitaria.

I membri della delegazione seguono i vespri con grande attenzione, facendo spesso domande e di tanto in tanto intonando i salmi e le preghiere insieme alla comunità, soprattutto quando riconoscono toni o melodie conosciute.

I vespri si concludono con la proclamazione del vangelo della festa di san Pacomio (Lc 23,32-40: “Non temere piccolo gregge…”) e con la solenne benedizione che il patriarca impartisce in greco a tutti i presenti: ?χ?ριςτο?Κυρ?ου?μ?ν  ?ησο?Χριστο?κα???γ?πητο?Θεο?κα?Πατρ?ς, κα??κοινων?ατο??γ?ουΠνε?ματος?μετ?π?ντων?μ?ν,
“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito santo siano con tutti voi”.

Ci dona poi un prezioso evangeliario in lingua greca con questa dedica:

"Alla amata comunità di Bose
come benedizione
della santa e grande chiesa Chiesa di Cristo
per le lotte spirituali dei suoi membri
e per i loro sforzi per l'unità di tutti."

Accompagnato da fr. Enzo e da altri fratelli, il patriarca, insieme ai membri della delegazione, esce dal portone della chiesa e si reca negli spazi dell’accoglienza dove si ferma ad ammirare il “muro degli pneumatofori”, dove è inciso da tempo anche il suo nome, in ricordo della sua precedente visita. Il patriarca legge anche i nomi degli altri “spirituali”, quasi tutti a lui ben noti (Emilianos Timiadis, André Louf, Michel Van Parys, George Khodr, Ignatios IV, l’Abbé Pierre, Rowan Williams, Michele Pellegrino, Carlo Maria Martini…), e per tutti ha parole di sincero apprezzamento.