Messaggio del Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI

XVIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
COMUNIONE E SOLITUDINE NELLA TRADIZIONE ORTODOSSA
Bose, 8-11 settembre 2010
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

Il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale ItalianaMESSAGGIO DEL CARDINALE ANGELO BAGNASCO, PRESIDENTE DELLA CEI

Conferenza Episcopale Italiana

Il Presidente

Roma, 6 agosto 2010

Reverendo Priore,

La ringrazio per la Sua lettera del 30 marzo u.s. con cui mi ha comunicato il programma del XVIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa, che si terrà presso il Monastero di Bose dall’8 all’11 settembre p.v., sul tema Comunione e solitudine. Mi trovo nell’impossibilità di partecipare, ma desidero far giungere ai partecipanti il mio saluto e il mio augurio per la riuscita di questo incontro. Molte delle iniziative del Monastero di Bose avvicinano alla spiritualità ortodossa e intrecciano dialoghi profondi, che diventano l’occasione per guardarsi negli occhi e scoprirsi più vicini, nella condivisione dei doni di cui le Chiese godono.
Il tema di quest’anno, poi, mi pare importante e attuale. La comunione e la solitudine sono dimensioni della vita spirituale che, se trovano nella vita monastica e religiosa le espressioni più alte, fanno parte della vita di ogni credente. Il Signore Gesù invita a cercare la solitudine dell’incontro con Dio “che vede nel segreto”, quando facciamo l’elemosina, quando preghiamo, quando digiuniamo (cfr. Mt 6, 1-16). Occorre che nella vita del cristiano vi sia questo “segreto” tra lui e Dio, che è la vita interiore. Viceversa, è nella vita comune che è possibile vivere e sperimentare il comandamento nuovo che il Signore Gesù lascia ai suoi amici, quello dell’amore. La vita cristiana è tutta costruita su questa dialettica tra solitudine e comunione.

La stessa vita di Cristo è stata un susseguirsi di momenti di intensissima relazione con il Padre nella solitudine, fino alla grande preghiera per i e all’angosciosa invocazione del Getsemani, e di momenti di intimità con i suoi e con le folle, fino a lasciarsi “mangiare” la vita dai malati, dai poveri, dagli indemoniati, dai peccatori. Gesù è anche il Maestro che siede a tavola con i pubblicani e i peccatori offrendo il pane della misericordia.

Giustamente, la riflessione che il Convegno intende sviluppare si incentra sulla vita monastica, a partire dalla figura di Basilio di Cesarea, grande codificatore del monachesimo orientale, e quindi anche di queste dimensioni della comunione e della solitudine.
Viviamo in un tempo in cui è particolarmente difficile vivere la comunione e la solitudine. Dal convegno certamente verranno profondi e stimolanti contributi. Voglio sottolineare l’attualità di questi temi, in un contesto culturale e antropologico in cui la solitudine è invasa e al tempo stesso svuotata, mentre sono insidiate le forme tradizionali della vita sociale: la storia del secolo scorso sembra dirci che la convivenza tra realtà umane diverse (etnie, religioni, culture) sia impossibile; oggi è gravemente messo in discussione il valore dell’accoglienza; gli altri appaiono perfino nemici della felicità propria, se non è possibile piegarli a diventarne strumenti.
L’esperienza cristiana, orientale e latina, costituisce ancora una risorsa di umanità e di sapienza che può rappresentare la medicina per la malattia dell’uomo contemporaneo, reso fragile da individualismo e mercificazione dei rapporti.

Ringraziando ancora per l’invito, unito a Lei nella preghiera

Angelo Card. Bagnasco
Presidente