Parlare o tacere?

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Un giorno un fratello interrogò abba Poimen dicendo:
"È meglio parlare o tacere?".
Gli disse l'anziano: "Chi parla a motivo di Dio fa bene,
e chi tace a motivo di Dio fa ugualmente bene".

Parlare o tacere? Nella quotidianità ci troviamo molte volte di fronte a questa alternativa. Ciò che conta, secondo il detto di abba Poimen, è la motivazione per cui si parla o si sta zitti. C'è un bene nella parola, e c'è un bene nel silenzio. Ciascuno, in cuor suo, può discernere se le parole che dice fanno del bene alle persone a cui sono rivolte, se sono espressione di quell'amore comandato da Gesù (Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato, Gv 13,34), o se invece sono parole che affermano il proprio io e le proprie idee, se sono pronunciate per paura di un vuoto o di un imbarazzo. Ciascuno, in cuor suo, sa anche se il silenzio che nutre è un silenzio "vivo", di accoglienza e di attesa verso ciò che l'altro è e dice, oppure se è un silenzio distratto, di indifferenza, di presunzione o di aperta ostilità. Il detto di abba Poimen esorta a parlare e a tacere "a motivo di Dio", dunque a non fare né dell'una né dell'altra azione un idolo, qualcosa che abbia valore in se stesso, ma piuttosto un mezzo di comunione con Dio e con gli uomini.


Chi era Poimen?

Poimen era un monaco che visse nei pressi di un villaggio situato lungo il braccio più occidentale del delta del Nilo, a circa cento chilometri da Scete (una delle zone del deserto egiziano in cui sono sorti i primi gruppi di monaci). In greco il nome Poimen significa "pastore", e ciò definisce in modo efficace la sua personalità: Poimen, infatti, viene descritto come un uomo dotato di equilibrio e di acuto discernimento spirituale, capace quindi di consigliare con limpidezza evangelica chi andava a cercarlo per fare chiarezza su qualche aspetto della propria vita. Il suo discernimento, nutrito da una conoscenza profonda delle Scritture, fece di lui un uomo di grande umiltà, condiscendenza e misericordia. Nei suoi detti ricorrono spesso espressioni come "non giudicare nessuno" e "non misurare se stessi in nulla". Le sue parole scaturiscono da un silenzio fecondo, "abitato", e sono pronunciate come umile testimonianza della volontà di Dio, che è sempre una volontà di misericordia per l'uomo.

Cosa sono i detti dei padri del deserto?

I detti dei padri del deserto sono parole, trascritte dopo una lunga tradizione orale, pronunciate da uomini e donne che vivevano nel deserto egiziano tra il IV e il V secolo d.C., spesso in risposta a domande poste dai discepoli, giovani che desideravano abbracciare una vita di fede e di preghiera.