La Bibbia: un libro pericoloso

 

2015 01 27 Merton

Ogni lettura seria della Bibbia implica un coinvolgimento personale, non una semplice adesione mentale a delle posizioni astratte. Ma il coinvolgimento è pericoloso poiché ci lascia aperti a delle conclusioni imprevedibili: ecco perché preferiamo non restarne coinvolti, se possibile. Nel Secondo libro di Samuele (12,1-10) leggiamo di come David, uomo di reazioni emozionali rapide e ardenti, ascolta una storia da Nathan e ne resta coinvolto sino a una indignazione intensa e virtuosa, e poi scopre che il malfattore che lo fa tanto arrabbiare è lui stesso! Sappiamo istintivamente che è pericoloso restare coinvolti dalla Bibbia: il libro ci giudica, così pare, in termini con cui di primo acchito non possiamo concordare. La Bibbia stessa, nel libro di Giobbe, ci dà un modello di forte dissenso. E non è il solo: in tutto l’Antico Testamento in particolare troviamo delle persone, come Abramo, che discutono con Dio e vengono implicitamente lodate per questo. Ne risulta che essere coinvolti nella Bibbia non significa semplicemente accettare tutto ciò che dice senza il minimo borbottio di difficoltà. Significa esser disposti a discutere e a lottare, purché siamo pronti eventualmente a riconoscere quando abbiamo chiaramente torto. La Bibbia preferisce un dissenso onesto a una sottomissione disonesta. Una delle verità basilari proposte nell’intera Bibbia non dice banalmente che Dio ha sempre ragione e che l’uomo ha sempre torto, bensì che i due possono stare l’uno di fronte all’altro in un dialogo autentico, che implichi una vera reciprocità tra persone, ciascuna delle quali rispetta pienamente i diritti e la libertà dell’altra. L’idea di alleanza lo mostra chiaramente; dovremmo anche notare che il ritratto cosiddetto “antropomorfico” di Dio in forma umana (di cui si lamenta spesso la gente che trova che la Bibbia non sia abbastanza “spirituale”) serve proprio a questo scopo. Il complesso delle idee di alleanza, di dialogo, di reciprocità, di rispetto vicendevole – e segnatamente l’idea che Dio rispetti la libertà dell’uomo, la sua dignità e i suoi diritti – viene sviluppato dando allo scambio un carattere schiettamente umano. Lamentarsi di questo non è dare prova di una superiore saggezza mistica, ma solo di una mentalità prosaica e di una immaginazione fiacca.

(T. Merton, Leggere la Bibbia Garzanti, Milano 2002, pp. 36-37.)

 

CONSIGLIO PER LA LETTURA

E. Bianchi, Prola di Dio, parola a Dio, Qiqajon, Bose, 2008.