Entrare nella vita con fiducia

Don Emilio tra studenti e professori del Liceo Virgilio di Roma
Don Emilio tra studenti e professori del Liceo Virgilio di Roma
Miei cari amici della terza Liceale,

sono contento di quest’anno che ho passato con voi. È servito a conoscerci, a fare amicizia. A scuola non abbiamo fatto molto, però se ci siamo persuasi che la Religione non è una materia scolastica ma l’impostazione di tutta la vita, credo che non abbiamo perduto il nostro tempo. So di aver detto con insistenza che la Religione prima d’essere una dottrina, una morale, un rito, è una Persona, è Gesù Cristo.

Per mezzo di Gesù Cristo, Dio non rimane qualcosa di astratto e di lontano, ma diventa qualcuno, il Padre. Per mezzo di Gesù Cristo tu sei qualcuno davanti a Dio e gli altri sono qualcuno per te.È la scoperta della persona e insieme della comunità, la scoperta della propria “vocazione”. Tu sei chiamato a fare qualcosa nella vita, non dovrai lasciare il mondo come l’hai trovato. Ma per fare qualcosa, hai bisogno di credere in qualcosa, hai bisogno soprattutto di credere in qualcuno, in qualcuno che incarni tutti i valori della vita umana senza rinnegare nessuno. E questo qualcuno è Gesù Cristo. In Lui trovi il senso e il valore della vita, le risorse per rispondere alla tua chiamata. Egli ha affermato di essere la Porta, per la quale è necessario passare per andare al Padre e per andare ai fratelli, per costruire qualcosa assieme al Padre e assieme ai fratelli.

Questo si può riassumere in due semplici parole: pregare e lavorare. Pregare, e prima pensare, entrare in sé, prendere coscienza di sé spingendosi fino a quella soglia misteriosa dove Dio abita, dentro di te. Picchiare alla porta ed entrare, per mezzo di Gesù Cristo, a contatto col Padre, significa pregare. E noi, cari amici, una mattina di maggio, ci siamo raccolti attorno all’Altare nella chiesa accanto alla scuola, quasi ad affermare la continuità logica fra lo studio, che è cercare e pensare, e la preghiera che è adorare e offrirsi a Dio. Abbiamo compiuto la nostra offerta, abbiamo messo tutto nelle mani di Dio perché niente vada perduto, perché tutto ci sia ridonato colmo di grazia e di benedizione.

Gesù Cristo è la Porta per la quale bisogna passare. E tu, uscendo dal Liceo, sei passato per questa porta. Stai per prendere, anche attraverso l’Università, la direzione definitiva della tua vita. Hai avvertito la serietà del momento, e ti sei rivolto a Dio con fiducia. Non conteranno i quattrini che riuscirai a guadagnare quanto quello che riuscirai a fare, e più che tutto conterà quello che riuscirai a essere. Ebbene, su Dio puoi contare sicuramente. La tua riuscita è nelle Sue mani più che nelle tue: è quindi in buone mani. Entra nella vita con fiducia, donandoti senza riserva, pronto a lottare, ma col desiderio sincero di dare. Hai ricevuto e riceverai ancora, ma ormai devi disporre l’animo tuo a donare. Questo è il senso della vita; prima si riceve, poi si conquista quello che si è ricevuto e poi via via si dona quello che si ha, quello che si è. Tu vai verso questa fase veramente matura della tua vita. Ti auguro di superare bene l’esame di maturità classica, ma ti auguro ancor più di superare ogni altro esame che la vita ti proporrà.

Ti auguro un’unica felicità, la felicità che si gusta nel dono di sé, nell’amore e nella libertà che Dio consacra, di cui Dio è fonte inesauribile.

Beato chi si prepara a donare qualcosa di molto bello, maturando il dono nel silenzio e nella pazienza, con fede, speranza e amore. Beato chi, senza ristagnare né intorbidarsi mai, procede per la sua strada “quasi torrente ch’alta vena preme”.

Il Signore ti aiuterà a realizzare il compito al quale ti ha chiamato.
Affettuosamente,

D. Emilio Gandolfo,
Festa di Pentecoste 1956

Per conoscere meglio don Emilio