Perchè ci si riunisce in comunità?

Se dei cristiani vivono in comunità hanno come primo intento quello di essere una risposta a quella proposta di amore che il Cristo ha rivolto ai cristiani: ci si riunisce insieme per vivere, spingendosi il più lontano possibile, il vero amore del Cristo, il vero amore degli altri. Ci si riunisce per fare corpo con il Cristo che può cambiare il mondo. Una debolezza per la comunità sarebbe quella di accontentarsi dell’amicizia, del cameratismo, dell’affetto: deve essere l’amore di Cristo a cementarci gli uni agli altri. La fortuna della comunità sta nell’incontrare persone che sono decise ad amarsi insieme fino in fondo, senza cedere ad inutili indulgenze degli uni verso gli altri. Affinché il regno di Dio venga, è necessario che vi sia unità: una comunità viva è una piccola parte del Regno di Dio e non può quindi esservi vero conflitto tra missione e comunità. Il gruppo rischia la consuetudine, l’invecchiamento, se si riduce a rapporti di gentilezza. Una delle sue regole è il principio: “chi perde, vince”; nessuno ha dei diritti sulla comunità, ma la comunità deve assumersi i diritti di ognuno. L’amore non fa rivendicazioni. Naturalmente bisogna anche bene mettersi in testa che unità non vuol dire uniformità : esiste, più o meno, sempre la tentazione dell’unità confortevole, in cui tutti avrebbero voglia di fare tutto nello stesso modo e nello stesso momento. Dobbiamo invece cercare di vedere la personalità di ognuno nel Signore e di sbarazzarci di tutti i pregiudizi che si hanno sugli altri. Il mondo ha diritto che le nostre comunità siano sane e sante: quando un gruppo cessa di essere tale, significa che la presenza del Signore è scomparsa... Non esistono ricette per essere persone che amano; bisogna scendere fino al cuore di Cristo per scoprirne il modo. Tutto il resto non è che espediente. 

Madeleine Delbrel, Comunità secondo il vangelo, Gribaudi 1996