19 febbraio

Giacomo Baradeo (+ 578)
pastore

La chiesa siro-occidentale ricorda oggi Giacomo Baradeo, dal cui nome deriva quello di chiesa «giacobita», attribuito agli antiocheni non calcedonesi dai loro detrattori. Giacomo nacque a Tella d'Mauzelat, in Siria, agli inizi del VI secolo. Divenuto monaco nel vicino monastero di Psilta, egli visse in un periodo difficile per le chiese di tradizione siriaca, profondamente lacerate dalla divisione tra calcedonesi e non calcedonesi, a detrimento spesso dei secondi, detti «miafisiti» per la loro cristologia. L'imperatrice Teodora, anticalcedonese, e il patriarca di Alessandria Teodosio, riconobbero in lui, le qualità necessarie per ravvivare le comunità siro-occidentali, lasciate orfane dalla scomparsa di Severo di Antiochia. Giacomo era infatti un uomo rinomato per l'ascesi, l'erudizione e la capacità di rimanere saldo anche in situazioni di estrema tensione. Ordinato vescovo di Edessa, Giacomo percorse in lungo e in largo le regioni orientali, dall'Egitto alla Siria, giungendo sino all'Armenia e ai confini della Persia. Ovunque predicò il vangelo, confortò i cristiani perseguitati e ordinò presbiteri, al fine di creare le basi necessarie per una rinascita della sua chiesa. Per passare inosservato, egli si spostava travestito da venditore ambulante, da cui il suo soprannome di «Baradeo». Per la sua attività organizzatrice la chiesa siro-occidentale sopravvisse al periodo più difficile della sua storia, e gettò le basi per una futura rinascita.
Baradeo morì nel monastero egiziano di Qasiun il 30 luglio del 578.


TRACCE DI LETTURA

O Dio, che hai fatto ogni cosa mediante la tua potenza e hai fondato l'universo attraverso la volontà del tuo Unigenito, il quale ci ha rivelato la conoscenza della verità e ci ha fatto conoscere lo Spirito di tenerezza, di santità e di regalità, tu ci hai dato come pastore e medico delle nostre anime il tuo Figlio amato e Unigenito Verbo, Gesù Signore della gloria; con il suo sangue prezioso hai stabilito la tua chiesa e vi hai costituito l'ordine dei presbiteri, ci hai dato guide affinché possiamo essere graditi a te per la conoscenza del Nome del tuo Cristo, che si è moltiplicata ed è ormai diffusa per tutto l'universo. Manda ora sul tuo servo qui presente lo Spirito santo e spirituale, affinché egli possa proteggere e servire la tua chiesa che gli è stata affidata: perché ordini i presbiteri, unga i diaconi, consacri chiese e altari, benedica le case, interceda efficacemente, guarisca, giudichi, salvi e liberi, sciolga e leghi, rivesta e svesta, riceva e separi.
Donagli sapienza e intelligenza, perché sappia riconoscere la tua volontà regale, discernere il peccato e conoscere le norme della giustizia, e possa così risolvere i problemi più complessi e sciogliere tutti i legami con cui il male cio tiene prigionieri.
(Liturgia siriaca, Preghiera di ordinazione episcopale)


 

Filotea di Atene (1522-1589)
martire

Il 19 febbraio del 1589, muore dopo una lunga agonia Filotea di Atene, ricordata con il titolo di martire dalle chiese del Patriarcato di Costantinopoli. Nativa di Atene e battezzata con il nome di Regula, Filotea discendeva da una famiglia nobile e colta di cristiani. Questo le permise di ricevere un'approfondita preparazione culturale, che in lei si accompagnò sempre a una matura visione di fede. Sposatasi all'età di 14 anni con un ricco ateniese per volontà dei genitori, Regula rimase vedova dopo soli tre anni di matrimonio. Essa rinunciò a contrarre nuove nozze, trasformò una piccola chiesa dedicata a sant'Andrea in monastero e assunse il nome monastico di Filotea, dandosi a un'intensa attività educativa e caritativa. Filotea si dedicò alle donne meno agiate della città, soprattutto alle giovani senza protezione, che rischiavano sempre di essere fatte schiave dai dominatori turchi. Per loro fondò laboratori, scuole, un ospedale, e anche un ospizio per i poveri.
Le parole e i gesti coraggiosi di Filotea a favore delle schiave suscitarono presto le ire dei potenti. Imprigionata e maltrattata, Filotea fu malmenata il 2 ottobre del 1588 durante la celebrazione della liturgia in un monastero cittadino, riportando tali danni fisici da avere irrimediabilmente pregiudicata la salute.
Le spoglie mortali di Filotea riposano nella chiesa metropolitana di Atene, dove è ricordata tra le sante più amate della Chiesa di Grecia.


TRACCE DI LETTURA

Filotea non aveva persone che la eguagliassero quanto alla carità e alla compassione verso i poveri e i malati. Essa distribuiva elemosine instancabilmente, al punto che le finanze del monastero furono ridotte talmente all'estremo che alcune sue sorelle cominciarono a mormorare. Filotea le esortò alla pazienza e a cercare anzitutto il regno di Dio.
Spinta dalla fede e dalla compassione, e a dispetto del pericolo di rappresaglie, Filotea aveva offerto asilo nel suo monastero ad alcune schiave. Questa fu l'occasione buona per i turchi, i quali assalirono il monastero, si gettarono su di lei come bestie inferocite, e la trascinarono davanti al giudice per farla apostatare. Ma Filotea confessò con grande gioia che il suo desiderio più profondo era di subire il martirio per amore di Cristo.
(Sinassario ortodosso)


PREGHIERA

Hai ricevuto l'illuminazione dei santi, o nobile,
hai adornato la città di Atene
con la tua ascesi e la tua grazia.
Tu infatti, o madre,
hai brillato con le buone azioni,
hai lottato nella fede per amore del prossimo.
Perciò, o Filotea, Cristo ti ha glorificata.


LETTURE BIBLICHE
Gal 3,23-4,5; Mc 5,24-34


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Turibio de Mongrovejo (+ 1606), vescovo (calendario ambrosiano)
Pantaleone, martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (11 amšīr/yakkātit):
Fabiano (+ 250), papa di Roma (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Peter Brullius (+ 1545), testimone fino al sangue nelle Fiandre

MARONITI:
Archippo e Filemone (I sec.), apostoli

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Archippo, apostolo
Filotea di Atene (Chiesa greca)

SIRO-OCCIDENTALI:
Giacomo Baradeo, vescovo