Omelia di mons. Domenico Sorrentino


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Abbiamo ascoltato nelle parole di Paolo a Timoteo come questo deve avvenire: con quanta premura, con quanta preoccupazione, con quanta trepidazione perché la Parola è insidiata. Certo essa in sé è più grande di ogni insidia mondana; ma nel gioco della libertà, perché è Parola che si svela a noi come parola di alleanza, il Signore aspetta anche la nostra corrispondenza, e tante volte, sempre mostra tanta pazienza nella sua divina pedagogia nell’accettare anche le nostre lentezze. E dunque se tutto dipende dalla grazia di Dio, molto dipende anche da noi, dalla nostra corrispondenza e per questo l’Apostolo diceva al figlio a cui avevo imposto le mani e che aveva designato come capo di comunità: “Tu non ti perdere d’animo, innanzitutto sii fedele alla Parola che hai ricevuto, che hai accolto” (cf. 2Tm 3,14), Parola che era passata attraverso la testimonianza della sua famiglia, della sua comunità. Parola sulla quale fonda la propria esistenza e alla quale continuamente deve tornar fedele; e al tempo stesso Parola da annunciare: “Non ti perdere d’animo, insisti opportunamente e importunamente, perché viene un tempo in cui pur di udire qualche cosa si appiglieranno ad ogni favola” (cf. 2Tm 4,2-4). Tempo di Paolo, tempo nostro, tempo di sempre: perché è la tentazione del cuore umano da quando il peccato ha accecato i suoi occhi. La luce del Risorto viene continuamente a spezzare questo giogo di schiavitù, a rompere le tenebre e a immettere nelle tenebre la luce che salva. San Masseo deve essere una nuova luce per Assisi… tutti i luoghi di Assisi lo sono: lo sono per la storia di cui sono impregnati, ma lo devono diventare ancor più per la testimonianza viva che in essi vibra. È quello che vi auguro cari fratelli e sorelle, è quello per cui preghiamo.