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Sinodalità e primato

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Sessione della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa
Sessione della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa

Nei giorni 16-21 settembre 2016 si è tenuta a Francavilla al Mare (Chieti) la XIV sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa, ospite dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto. Le quattordici Chiese ortodosse autocefale erano tutte rappresentate, ad eccezione di quella bulgara, con venticinque membri effettivi e tre “consulenti”. Ugualmente la delegazione della Chiesa cattolica era composta da venticinque membri. Co-presidente di parte cattolica era il cardinal Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, mentre per la parte ortodossa al metropolita Ioannis (Zizioulas) di Pergamo, che ha guidato per vari anni e con grande dedizione il dialogo con la Chiesa cattolica, è succeduto l’arcivescovo Job (Getcha) di Telmessos, rappresentante del Patriarcato ecumenico presso il Consiglio ecumenico delle Chiese.

I lavori si sono svolti in un clima di grande fraternità e in un sincero spirito di collaborazione, e hanno portato alla redazione di un testo comune intitolato: “Sinodalità e primato durante il primo millennio: verso una comprensione comune al servizio dell’unità della Chiesa” (pdfOsservatore Romano), accolto da tutte le delegazioni. Solo i rappresentanti della Chiesa di Georgia, che pure hanno accolto il documento nel suo insieme, hanno espresso il loro dissenso relativamente ad alcuni suoi paragrafi.

Si tratta di un testo da lungo tempo atteso. La discussione circa “conciliarità e autorità nella Chiesa” era all’ordine del giorno già nell’incontro di Frisinga (1990) dove però la mutata situazione politica nei paesi dell’est Europa aveva imposto un cambiamento a favore del tema dell’uniatismo. Fu dunque ripresa nella IX sessione plenaria della Commissione, che si tenne a Belgrado (2006), e l’anno successivo, a Ravenna (2007), si giunse a un primo testo che però, non essendo mai stato accettato da alcune Chiese, tra cui il Patriarcato di Mosca, non viene considerato tra i testi comuni della Commissione. A quella di Ravenna fecero seguito altre tre sessioni plenarie: Paphos (2009), Vienna (2010) e Amman (2014). Ma in nessuna fu possibile giungere a un documento condiviso. L’attuale “Documento di Chieti” consiste nella rielaborazione del testo di Amman, rivisto dal Comitato di coordinamento della medesima Commissione, riunitosi a Roma nel settembre del 2015. Si tratta dunque del frutto di un processo decennale di ricerca ed elaborazione.

Come dice il titolo, il documento si propone di individuare alcuni punti di convergenza tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa sull’esercizio del primato e sulla sua correlazione con la dimensione sinodale della Chiesa, all’interno della tradizione comune del primo millennio. Dopo una parte introduttiva in cui si precisano i termini in questione e il loro fondamento biblico e teologico, si passa ad analizzare quelli che sono stati individuati come i tre livelli in cui si esprime la vita della Chiesa: “la Chiesa locale”, “la comunione regionale delle Chiese” (metropolie e patriarcati), “la Chiesa a livello universale”. La parte più sensibile è costituita da quest’ultimo livello dove, per la prima volta, cattolici e ortodossi tentano di dire insieme qualcosa sull’esercizio del primato del vescovo di Roma a livello universale, secondo la tradizione ad essi comune.

Questo, secondo gli auspici formulati alla fine del documento, dovrebbe servire da base per giungere a un esercizio condiviso di sinodalità e primato nel presente delle Chiese e per il loro futuro.