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Eredità della Riforma

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«L’imminente anno 2017 sollecita cattolici e luterani a confrontarsi nel dialogo sui problemi e le conseguenze della Riforma di Wittenberg, incentrata sulla persona e sul pensiero di Martin Lutero, e a elaborare prospettive per il ricordo della Riforma e il modo di viverla oggi»: questo passaggio del documento Dal Conflitto alla comunione della Commissione cattolico-luterana per il dialogo è stato il punto di partenza di una riflessione su cosa fare per aiutare a comprendere le ricchezze teologiche, spirituali e culturali della Riforma del XVI secolo da leggere e da rileggere nella prospettiva di un dialogo ecumenico che non voleva rimuovere od occultare le questioni che rappresentano tuttora oggetto di discussione e di divisioni, ma far conoscere come per secoli quelle ricchezze erano rimaste sepolte da silenzi, censure, letture parziali e puramente apologetiche, che avevano impedito la comprensione della Riforma del XVI secolo nel suo complesso.

Da questa riflessione, che ha coinvolto studiosi italiani e brasiliani di diverse confessioni cristiane proprio in vista della commemorazione del 500° anniversario dell’inizio della Riforma, ha preso le mosse il progetto internazionale di ricerca storico-religioso «Eredità della Riforma. Leggere e rileggere la Riforma a 500 anni dal suo inizio» con il quale si voleva affrontare il tema di cosa è stata e di cosa è la Riforma in modo da favorire una sempre migliore conoscenza non solo delle dinamiche storico-religiose che si sono venute realizzando nel XVI secolo, ma anche di come queste dinamiche sono diventate patrimonio comune, non solo europeo, attraverso un’operazione, talvolta soggetta a un lettura ideologizzante e confessionale, che ha prodotto una cristallizzazione di alcuni aspetti e il nascondimento di altri.

Con questo progetto, che è stato definito in una prima forma nella tarda primavera del 2015 a Recife, si voleva contribuire a una comprensione della Riforma che favorisse l’uscita definitiva dalla stagione della contrapposizione, soggetta a semplificazioni nelle letture e nelle interpretazioni, per promuovere un recupero della Riforma; questo recupero appariva quanto mai opportuno – e si potrebbe dire che appare ancora più opportuno oggi alla luce delle più recenti vicende politiche e ecclesiali - per promuovere una valorizzazione della memoria storica con la quale favorire la costruzione di una società fondata sui valori umani.

Il progetto di ricerca si è venuto articolando intorno a tre aree tematiche. La prima voleva affrontare il tema di cosa è stata la Riforma del XVI secolo nel suo divenire, con l’incontro e lo scontro di proposte di riforma religiosa e sociale che rappresentano un universo, in gran parte già esplorato; si voleva favorire una migliore conoscenza di alcune figure, come Martin Lutero (1483-1546), l’umanista Filippo Melantone (1497-1560), primo collaboratore di Lutero a Wittenberg e disciplinatore della nascente Chiesa luterana, Ulrico Zwingli (1484-1531), guida della riforma religiosa a Zurigo, morto tragicamente nella battaglia di Kappel, Giovanni Calvino (1509-1560), francese di nascita, che ha legato la sua opera alla città di Ginevra, Mattia Flaccio Illirico (1520-1575), fondatore della moderna storiografia della Chiesa e per la Chiesa, Juan de Valdes (1505-1541), spagnolo, morto a Napoli, al quale tanto deve la Riforma in Italia, Michele Serveto (1511-1553), spagnolo, sostenitore appassionato della necessità di un ripensamento del cristianesimo che partisse dalla rimozione della trinità, Reginald Pole (1500-1558), inglese, cardinale della Chiesa Romana, impegnato nella riflessione su come promuovere una riforma spirituale della Chiesa che unisse e non dividesse, Fausto Sozzini (1539-1604), senese di nascita, alla ricerca di un luogo dove poter vivere e insegnare un cristianesimo lontano dalla trinità, e Menno Simons (1496-1561), le cui idee, radicate unicamente sul vangelo, di alterità del cristianesimo rispetto alla società dovevano poi dare molti frutti nel corso dei secoli. Queste figure hanno caratterizzato il XVI secolo con proposte di riforma, talvolta conflittuali tra di loro, ma tutte riconducibili alla domanda di come giungere alla salvezza. In questa prima area tematica ci si proponeva anche di soffermarsi su alcuni luoghi, come Wittenberg, Ginevra, Basilea, Lucca, Münster, Trento e Venezia, dove si sono realizzate le riforme, proprio per la presenza di alcune figure particolarmente attive, e su alcuni testi, come la «Confessione di Augusta» (1530) redatta in gran parte da Melantone e presentata all’imperatore Carlo V, la «Istituzione della religione cristiana» (1536) di Giovanni Calvino, con le sue diverse edizioni e traduzioni, i «Dialoghi sette» (1540) di Bernardino Ochino che testimonia il tentativo di coniugare una spiritualità francescana con il desiderio di riforma evangelica del tempo, il «Beneficio di Cristo» (1543) la cui straordinaria fortuna editoriale ne determinò di fatto la scomparsa dalla cultura italiana, una volta identificato come lontano dal cattolicesimo romano, e i «Trentanove Articoli di Fede» (1562) della nascente Chiesa Anglicana. Questi testi sono stati individuati, tra i molti di quel secolo, come esemplari della pluralità delle espressioni di Riforma e delle modalità della loro realizzazione.

La seconda area tematica riguarda come la Riforma del XVI secolo è stata letta, riletta e interpretata nel corso dei secoli, con una molteplicità di interventi, che sono andati ben oltre il campo della riflessione teologica. Proprio per la sua valenza religiosa e culturale appare suggestivo indagare come la Riforma del XVI secolo è stata letta da uomini e donne nella storia, come Denis Diderot (1713-1784) nella redazione della Encyclopédie, Friedrich Engels (1820-1895) nella Der deutsche Bauernkrieg che tanto ha pesato nella storiografia marxista sulla Riforma, Giuseppe Garibaldi (1807-1882) nelle sue riflessioni sull’Italia, Hélder Pessoa Câmara (1909-1999) nella sua azione di aggiornamento conciliare, e Giovanni Paolo II (1920-2005) nei suoi viaggi apostolici, soprattutto quelli Germania per una rilettura di Lutero, solo per fare qualche nome tra coloro che in tempi e in ambiti diversi si sono confrontati con la Riforma del XVI secolo nella consapevolezza che essa fosse un passaggio fondamentale nella definizione della società moderna e contemporanea. In questa prospettiva particolare interesse riveste anche la rilettura della Riforma da parte di coloro che, richiamandosi proprio a una delle confessioni emerse dalla Riforma o alle intuizioni messe ai margini dalle Chiese ma sopravvissute nel cristianesimo moderno, hanno proposto una riforma della Riforma, determinando la nascita di nuove tradizioni cristiane con un processo che comprende anche le comunità pentecostali e neo-pentecostali del secolo scorso.

Infine con la terza area si voleva approfondire cosa dice ancora la Riforma nel XXI secolo, ponendo particolare attenzione su alcuni temi, come la libertà religiosa, l’autorità della Bibbia, la dialettica Riforma-Rivoluzione, il rapporto tra le molteplici letture della Riforma e il movimento ecumenico contemporaneo, le proposte etiche della Riforma nella società contemporanea. Questi temi rappresentano elementi fondamentali nella vita quotidiana, non solo per le comunità cristiane, che si interrogano come vivere l’annuncio e la testimonianza della Parola di Dio, ma nel dibattito sul ripensamento di una società nella quale la valorizzazione della dimensione interreligiosa e interculturale possa realizzarsi nella piena comprensione della pluralità delle identità che si richiamano al patrimonio teologico e culturale della Riforma del XVI secolo e alla sua eredità.

Dopo un’intensa e dialettica fase di confronto informale il progetto ha preso avvio nell’estate del 2016, con la definizione di un primo elenco di Istituzioni accademiche e di Centri di ricerche dall’Italia e dal Brasile, alle quali se ne sono aggiunte altre dalla Romania e dalla Grecia, oltre che altre italiane e brasiliane, e di un Comitato Scientifico; si è proceduto all’apertura di un portale in sei lingue (italiano, portoghese, francese, inglese, spagnolo e tedesco) nel quale presentare i contenuti e le finalità del progetto, così da continuare a ricevere osservazioni e commenti per un suo miglioramento e proporre strumenti per favorire la conoscenza della Riforma e degli studi su di essa. Ad oggi sono stati avviati una bibliografia sulla Riforma di quanto edito nel 2016, annunciandone una seconda per il 2017; una serie di recensioni, anche di volumi pubblicati da qualche anno, per mostrare il progresso e lo stato degli studi sulla Riforma del XVI secolo; il calendario dei convegni internazionali previsti per il 2017 dal progetto, il primo, Rileggere la Riforma. Riletture teologiche, storiche, giuridiche, artistiche e letterarie della Riforma del XVI secolo (Firenze, 20-22 febbraio 2017) e il secondo, Atualidade da Reforma (Recife, 8-10 novembre 2017). Si annuncia inoltre l’idea di realizzare una collana di e-book mentre è stato curato un numero della «Revista de Teologia e Ciências da Religião» della Universidade Católica de Pernambuco, e ve n’è in cantiere un secondo per la rivista «Parallelus» dello stesso ateneo brasiliano.

Riccardo Burigana
per Finestra ecumenica