Giustificazione. Ascoltare insieme l’evangelo della grazia

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Dal 26 al 28 maggio si terrà al Monastero di Bose l’VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma sul tema “Giustificazione. L’evangelo della grazia”. Tale convegno – che affronterà in chiave ecumenica uno dei temi fondanti della Riforma del Cinquecento – è stato pensato e voluto dai fratelli e dalle sorelle di Bose come occasione privilegiata per unirsi alle commemorazioni del V centenario della Riforma protestante che ricorre nel 2017.

Immergendosi nelle Scritture bibliche, la Riforma ha messo in luce il vangelo della grazia, la buona notizia biblica della giustificazione per sola fede. Ha così riscoperto la realtà di Dio e la sua misericordia. In tal modo, i riformatori hanno offerto a ogni persona la possibilità liberante di comprendere la propria esistenza secondo una nuova logica di vita. Non si tratta più di cercare di rendersi giusti da sé, sforzandosi di corrispondere alle attese di Dio attraverso opere da compiere: la giustizia di Dio infatti non è quella che Dio esige, ma quella che concede gratuitamente a ogni essere umano, accettando ciascuna persona così come è.

L’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della legge” (Rm 3,28): il movimento della Riforma è scaturito dalla riscoperta esistenziale, da parte di Lutero, di questa sottolineatura paolina sulla giustificazione per sola fede, alla quale hanno aderito anche gli altri riformatori protestanti. Tale presa di coscienza si è concretizzata innanzitutto attraverso la “scena primitiva dell’opposizione alla vendita delle indulgenze” (Pierre Gisel) e ha condotto, in seguito ad aspre controversie e duri dibattiti, alla divisione della chiesa in occidente.

Condannata al Concilio di Trento, la dottrina della giustificazione per fede è però stata oggetto, negli ultimi cinquant’anni, di dialoghi ecumenici che hanno permesso di raggiungere consensi sostanziosi tra cattolici e protestanti: in particolare la “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione”, firmata il 31 ottobre 1999 ad Augusta tra luterani e cattolici, approvata successivamente dai metodisti e che i riformati si apprestano a sottoscrivere nel mese di luglio 2017. Ora il fatto che proprio sulla questione centrale che nel XVI secolo condusse alla Riforma sia stato possibile conseguire un ampio consenso può essere considerato una vera e propria pietra miliare ecumenica. Si è capito che il cruciale messaggio della giustificazione dell’uomo per fede, riscoperto durante la Riforma, non ci divide come cristiani, ma ci unisce. Anzi, se il 2017 rappresenta “l’anno della commemorazione comune della Riforma, questa commemorazione congiunta sarebbe stata impensabile senza un consenso ecumenico sulla dottrina della giustificazione” (card. Kurt Koch).

Il programma del convegno di fine maggio a Bose svilupperà questo messaggio che, ancora oggi, si rivela di un’attualità assoluta per tutti i cristiani e, preparando la strada per nuovi sviluppi, può aprire la via a una piena unità visibile tra i discepoli di Cristo. Si manifesterà così la “portata illimitata, critica, inclusiva” della teologia della giustificazione (Ottmar Fuchs).

Tra i relatori, numerosi sono gli amici di Bose che hanno accolto l’invito a condividere con i partecipanti le loro apprezzate competenze. La prima mattinata, il 26 maggio, pone le basi della riflessione: dopo l’apertura del fondatore di Bose, fr. Enzo Bianchi, il prof. André Birmelé (Strasburgo) presenta le implicazioni teologiche del tema, di cui il biblista Elian Cuvillier (Montpellier) analizza il fondamento neotestamentario.

Il primo pomeriggio è dedicato alla trattazione storica: Matthieu Arnold (Strasburgo), specialista di Lutero, espone la scoperta iniziale e liberatrice del riformatore; p. Bernard Sesboüé affronta la risposta cattolica del XVI secolo, attraverso la questione del dibattito sulla giustificazione al concilio di Trento. La teologia evangelica recente è poi esaminata da Fulvio Ferrario (Facoltà valdese di Roma).

La mattina di sabato 27 maggio è dedicata alla riflessione dogmatica ed esistenziale: la teologa sistematica anglicana Sarah Coakley (Cambridge) analizza il rapporto tra giustificazione e misericordia; il suo collega ginevrino Christophe Chalamet interroga la paradossale identità del cristiano simultaneamente giustificato e peccatore. Infine l’ecclesiologo di Lione Jean-François Chiron allarga la riflessione dalla persona alla comunità credente.

Il pomeriggio di sabato è interamente dedicato alla trattazione del tema dal punto di vista ecumenico: don Angelo Maffeis (Brescia, membro della Commissione di dialogo internazionale cattolica-luterana) presenta il dibattito che ha portato nel 1999 all’accordo sulla giustificazione. Dirk Lange (Saint Paul MN, autore della liturgia ecumenica per la commemorazione della Riforma alla quale ha partecipato papa Francesco a Lund il 31 ottobre 2016) traccia la via del dialogo dopo tale accordo. Infine il rapporto tra giustificazione e giustizia umana viene sviluppato da Susan Durber, moderatrice della commissione Fede e Costituzione del CEC, iscrivendo la sua riflessione nel quadro del “pellegrinaggio di giustizia e pace” iniziato da tale istituzione.

Due personalità del mondo ecclesiale italiano e internazionale concludono l’incontro la mattina della domenica 28 maggio: il cardinale Walter Kasper, a lungo presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, e il pastore Paolo Ricca, già professore di storia della chiesa presso la Facoltà valdese di teologia di Roma. Dalla loro rispettiva prospettiva, e sulla base della loro lunga esperienza, diranno come immaginano che, tra cristiani, si possa “vivere insieme l’evangelo della grazia”.

Per l’insieme del convegno, una traduzione simultanea è prevista in sala per l’italiano e il francese.

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