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Sarete miei testimoni

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«Sarete miei testimoni»: questo è il passo biblico (Atti 1,8) che ha guidato la XV Assemblea generale della Conferenza delle Chiese Europee (Kek) in corso a Novi Sad, dal 31 maggio al 6 giugno 2018 per affrontare «i temi di giustizia, testimonianza e ospitalità» in una prospettiva ecumenica che favorisca una testimonianza sempre più condivisa dei cristiani in Europa. La Kek torna così a riunire i suoi 116 membri e gli oltre 40 Consigli nazionali di Chiese e organizzazioni ecumeniche e lo fa a Novi Sad, grazie all’ospitalità della Chiesa Ortodossa Serba, della Chiesa Riformata in Serbia e Montenegro, della Chiesa Evangelica Slovacca della Confessione di Augusta in Serbia e della Chiesa Metodista in Serbia, dopo l’Assemblea di Budapest (3-8 luglio 2013), nella quale, tra l’altro, venne approvata una nuova costituzione della KEK «come un’espressione del nostro impegno per un’approfondita condivisione ecumenica e per un’unità visibile in Cristo che fornisca una testimonianza comune all’Europa e al mondo, alla luce dell’impatto delle crisi socio-economiche», come si legge nella relazione finale di Budapest.

L’Assemblea, come è stato ricordato, ancora una volta, in sede di presentazione dell’incontro di Novi Sad, costituisce il momento più importante della vita della KEK, dal momento che i delegati sono chiamati a una valutazione di quanto fatto dalla KEK e a un confronto sulla situazione delle Chiese, con una particolare attenzione allo stato del dialogo ecumenico e a una definizione, per quanto possibile, delle priorità per i prossimi anni; in quest’opera di definizione delle priorità, secondo quella che è la tradizione della KEK, l’Assemblea diventa così il luogo dove vengono date delle indicazioni che, senza voler essere assolute e vincolanti, si propongono di costruire un cammino condiviso proprio per testimoniare nel comune pensare e agire per l’Europa la dimensione ecumenica della KEK, partendo anche dall’esperienza delle Chiese locali.

Per questo il programma dell’Assemblea prevede incontri, riflessioni, dibattiti, proposte, momenti di preghiera «per esplorare il futuro dell’Europa e il ruolo delle Chiese, promuovendo l’idea di una società che comprenda il dovere della solidarietà, la giustizia e il rispetto l’uno per l’altro e del mondo»; nella definizione delle priorità della KEK l’Assemblea potrà contare anche sulla partecipazione dei capi delle Chiese, particolarmente impegnate nel cammino ecumenico – come il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartholomeos I, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e il patriarca Mor Ignatius Aphrem II, della Chiesa siro-ortodossa di Antiochia e di tutto l’Oriente – che hanno assicurato la loro presenza.

A Novi Sad «i temi che ci stanno a cuore sono le migrazioni, la crisi economica che sta continuando a crescere in molte parti d’Europa determinando un sentimento globale di incertezza, le sfide ambientali. Le Chiese si chiedono dove è la sorgente della speranza per i loro fedeli, quali direzioni intraprendere, e cosa significa essere oggi testimoni per le persone», come ha ricordato il padre ortodosso Heikki Huttunen, segretario generale della Kek, in un’intervista ripresa da SIR lo scorso 20 marzo, indicando i temi sui quali si concentrerà l’attenzione dell’Assemblea proprio per offrire una prima definizione degli ambiti sui quali la KEK dovrà operare nei prossimi anni, aprendo nuove prospettive o proseguendo quanto sta già facendo, spesso in collaborazione con il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa con il quale esiste un dialogo da decenni.

A Novi Sad ci sarà anche spazio per riflettere su come far crescere la comunione tra i cristiani non solo in Europa; infatti sempre più, in questi ultimi anni, nonostante le difficoltà che segnano i rapporti tra alcuni membri della KEK, si è sviluppata una tensione ecumenica che va al di là dei confini europei, con il rafforzamento dei rapporti con cristiani di altre parti del mondo, come è apparso evidente nel recente incontro, il 14 maggio a Bruxelles, dove la KEK ha confermato il proprio impegno a creare sempre nuovi rapporti con le comunità dell’Africa, dei Caraibi e dell’Oceano Pacifico in una riunione alla quale hanno preso parte la Commissione delle Conferenze Episcopali nell’Unione Europea, il Consiglio dei Quaccheri per l’Europa e la rappresentanza della Bahá’í International Community a Bruxelles, proprio per sottolineare la priorità di questa azione, con una dimensione ecumenica e interreligiosa.

Una particolare attenzione sarà dedicata ai giovani, tanto che è prevista una pre-assemblea (28-30 maggio) per loro; non si tratta semplicemente di riaffermare la necessità di un maggior coinvolgimento dei giovani nel cammino ecumenico, fin dalla definizione di percorsi con i quali favorire la trasmissione di quanto le Chiese hanno fatto per il superamento dello scandalo della definizione, ma di trovare nuove forme per condividere le preoccupazioni e le speranze dei giovani con un ascolto che sia il primo passo per la costruzione di una “Chiesa Una”, grazie alla partecipazione e al contributo di tutti, dove vivere e testimoniare Cristo.

A Novi Sad la KEK, fondata nel 1959 in un tempo in cui l’Europa era costretta a convivere con la «cortina di ferro», che sembrava eterna, prosegue così la sua tradizione di incontri assembleari con i quali non solo riflettere e discutere le priorità per la propria vita, ma soprattutto testimoniare un cammino ecumenico che, pur tra timori e tremori, ha consentito ai membri della KEK di conoscersi sempre meglio, dando origine a tante iniziative locali con le quali rafforzare l’idea che i cristiani devono cercare, ogni giorno, in ogni luogo, ciò che già li unisce per essere luce nel mondo e del mondo nell’accogliere l’altro.