Lettera del patriarca ecumenico Bartolomeo a papa Francesco

  

Questo spirito di semplicità deve sicuramente anche caratterizzare le relazioni tra le chiese e tra i cristiani, che per motivi noti al Signore oggi sono divisi in diverse chiese e confessioni cristiane. È nostra speranza personale che i dialoghi in corso tra le varie chiese – e in particolare il dialogo tra le nostre due grandi chiese, quella cattolica romana e quella cristiana ortodossa, un dialogo d’amore, di posizioni teologiche e di verità – continuerà a dare i suoi frutti in uno spirito di semplicità e di fraternità, di comprensione e autenticità reciproca, al fine di realizzare il risultato desiderato di riavvicinamento attraverso l’unica verità che è in Cristo, la quale, in ultima analisi, è la sola in grado di unire – e li unirà – tutti i cristiani.

Santità, la nostra fede non è la compilazione di diverse opinioni promulgate per integrare la discussione in modo armonioso; essa è la rivelazione dell’unica verità espressa attraverso e nella persona divina di Gesù Cristo, così che l’obiettivo finale per tutti coloro che sono coinvolti nel dialogo dovrebbe essere di avvicinarsi, toccare, comprendere e sperimentare la sua persona divina, che ricapitola la verità manifestata a quelli che sono insieme a lui nello Spirito santo.

La festa patronale di una chiesa – oggi della vostra chiesa di Roma e il prossimo novembre della nostra chiesa di Costantinopoli, quando si commemorerà il santo apostolo Andrea, primo chiamato tra gli apostoli – costituisce un punto culminante e la pietra miliare nel suo cammino spirituale. Esso offre l’opportunità di riflettere sul passato e di prevedere il futuro. Manifestazioni ed eventi del passato devono essere debitamente valutati e di conseguenza classificati tra quelli che sono appropriati e da promuovere, oppure tra quelli che sono inappropriati e devono essere tralasciati.

Vorremmo che ogni nuova tappa di tali celebrazioni fosse riempita di iniziative e di attività da parte della vostra venerabile santità e della vostra chiesa storica, che dovrebbe essere emulata, lodata e promossa. In questo modo siamo messi in grado di avvicinarci alla verità che è in Cristo davvero come fratelli, condividendo e dimorando con lui “in una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce”, così che “la nostra fede, messa alla prova, torni a nostra lode, gloria e onore” (cf. 1Pt 1,7). Infatti “è la volontà di Dio che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti” (1Pt 2,15); invece, “onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio” (1Pt 2,17).