XXX domenica del tempo Ordinario

Affresco, monastero di Vatopedi, Monte Athos
Gesù in preghiera
27 ottobre 2013
di ENZO BIANCHI
Gesù ci fornisce un insegnamento sulla preghiera, ponendoci una precisa domanda: quale immagine di Dio, di noi stessi e degli altri muove la nostra preghiera?

 

Anno C
Lc 18,9-14

27 ottobre 2013

Se domenica scorsa abbiamo meditato sulla «necessità di pregare sempre, senza stancarsi» (Lc 18,1), oggi nel vangelo Gesù ci fornisce un altro insegnamento sulla preghiera, ponendoci una precisa domanda: quale immagine di Dio, di noi stessi e degli altri muove la nostra preghiera?

«Gesù disse una parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri». L’annotazione con cui si apre il nostro brano tocca ciascuno di noi: siamo infatti sempre tentati di sentirci giusti, di giustificare ogni nostro comportamento. La via più breve per giungere a questo scopo consiste nel condannare gli errori altrui, il che consente di lasciare in pace la propria coscienza ed evita la fatica di ammettere i propri peccati. In questo modo finiamo per essere ciechi davanti ai nostri errori e ci allontaniamo da Gesù, dimenticando il suo monito: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto a chiamare i giusti – cioè quelli che si credono tali – ma i peccatori» (Mc 2,17 e par.)…