V domenica di Quaresima
commento al Vangelo
di ENZO BIANCHI
Chi si riconosce peccatore, può sperimentare che la misericordia di Dio in Gesù Cristo rende possibile ogni giorno un nuovo inizio. E così è reso capace di usare tale misericordia nei confronti degli altri
Anno C
Gv 8,1-11
17 marzo 2013
Come già nelle due domeniche precedenti, anche la pagina evangelica odierna costituisce un pressante invito a meditare sulla misericordia di Dio narrata da Gesù Cristo in mezzo agli uomini: la misericordia, capace di ricreare l’uomo e di riaprire un futuro a chi non ha più alcuna speranza, può spingerci alla conversione dei nostri pensieri e delle nostre azioni. È inoltre significativo che il nostro testo sia stato collocato nel quarto vangelo solo dopo aver a lungo peregrinato da un vangelo all’altro, perché il suo contenuto era ritenuto scandaloso dagli stessi cristiani…
All’alba Gesù si reca al tempio di Gerusalemme e il popolo accorre a lui per ascoltare il suo insegnamento. Ed ecco che gli si avvicinano alcuni scribi e farisei: costoro non sopportano che Gesù sia «venuto a chiamare i peccatori, non i giusti» (cf. Lc 5,32), né riescono a capire il fatto che egli «accolga i peccatori e mangi con loro» (cf. Lc 15,2); tanto meno possono accettare che egli rivolga loro parole come: «i pubblicani e le prostitute vi precedono nel regno di Dio» (Mt 21,31). Per questo «gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora, Mosè nella Legge ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”». Il loro ricorso alla Legge è formalmente corretto (cf. Lv 20,10; Dt 22,22-24), ma il loro cuore è abitato da odio e da intenzioni cattive: «tentano» Gesù, lo mettono alla prova per trovare una contraddizione tra lui e la Legge di Dio, in modo da poterlo condannare.