XII domenica del tempo Ordinario

Tempera su tavola, Maestà - Siena
DUCCIO DI BONINSEGNA, Crocifissione
23 giugno 2013
commento al Vangelo
di
ENZO BIANCHI
Non bisogna leggere la vita di Gesù a partire dalla croce, bensì la croce a partire dalla vita di chi vi è salito, Gesù, colui che ha trasformato uno strumento di esecuzione capitale nel luogo della massima gloria

 

23 giugno 2013
commento al Vangelo
di
ENZO BIANCHI

Anno C
Lc 9,18-24

Il brano evangelico odierno è composto di due parti strettamente collegate tra loro, che possono essere sintetizzate da due domande: chi è Gesù? Chi è il suo discepolo?

Nella prima parte Pietro, in risposta a un interrogativo posto da Gesù, lo acclama quale «Cristo di Dio», quale Messia. E Gesù, dopo aver imposto ai Dodici il silenzio su questa identità, precisa immediatamente quale sia la sua messianicità: quella del «Figlio dell’uomo che deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Su questi versetti la chiesa ci invita a meditare anche nell’annata B, offrendoci il brano parallelo del vangelo secondo Marco (Mc 8,27-35: XXIV domenica del tempo Ordinario, annata B) e ricordandoci che con questo «deve» Gesù non allude a un destino crudele impostogli da Dio, bensì innanzitutto a una necessità umana: in un mondo ingiusto il giusto può solo essere osteggiato fino a essere ucciso se se ne presenta l’occasione (cfr. Sap 2). Gesù avrebbe potuto passare dalla parte degli ingiusti, allora l’ostilità verso di lui sarebbe cessata. Ma se egli affronta questa situazione continuando a vivere come giusto, ossia restando fedele a Dio, ecco che la necessità umana può anche essere letta come necessità divina: nel senso che la libera obbedienza alla volontà di Dio, che chiede di vivere l’amore fino all’estremo, esige una vita di amore, anche a costo di una fine ignominiosa.

Ma il brano odierno ci consente anche di sostare più approfonditamente sulle richieste fatte da Gesù a chi vuole seguirlo, ovvero sulle esigenze che dalla sua particolarissima messianicità discendono per i suoi discepoli. Gesù – annota Luca – non indirizza il suo sguardo solo alla sua piccola comunità, ma lo estende a «tutti»; rivolge delle precise richieste a tutti coloro che vogliono andare dietro a lui, mettendoli in guardia con chiarezza, anche a costo di scoraggiarli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua». Sono parole a prima vista dure, che richiedono a noi una comprensione intelligente: non vanno intese in senso fondamentalista, alla stregua di «un programma di morte» (Bruno Maggioni) o di una chiamata all’auto-annientamento, né d’altra parte vanno edulcorate, come se fossero una semplice metafora…

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