II domenica dopo Natale
Riflessioni sul Vangelo
di ENZO BIANCHI
Tutto ciò che possiamo sapere di Dio dobbiamo impararlo dall’umanità di Gesù, da come egli è nato, è vissuto ed è morto
5 gennaio 2014
di ENZO BIANCHI
Anno A
Giovanni 1,1-18
In questo tempo di Natale la chiesa medita e contempla in modi diversi il mistero dell’incarnazione di Dio nell’uomo Gesù, figlio di Maria. A Natale guardando alla sua nascita a Betlemme; nell’Ottava ricordando la circoncisione di Gesù e l’imposizione del Nome dato dall’angelo al figlio che Maria ha concepito grazie alla potenza dello Spirito santo; nella prima domenica dopo Natale celebrando la famiglia che ha accolto Gesù. Oggi, seconda domenica dopo Natale, la chiesa ci fa ascoltare una lettura altra dell’incarnazione nel vangelo “altro”, quello secondo Giovanni.
Nella fede della chiesa espressa dal quarto evangelista l’affermazione centrale è la seguente: “La Parola di Dio si è fatta carne e ha posto la sua tenda tra di noi”. Ma quando si contempla la Parola diventata uomo, diventata Gesù, si risale all’in-principio, a prima della creazione del mondo, alla vita di Dio stesso. Ecco allora un vero inizio, quell’in-principio con il quale si apre il primo libro della Bibbia, la Genesi: “In-principio Dio creò…” (Gen 1,1). L’in-principio di Giovanni va ancora più in profondità, non certo una profondità cronologica: “In-principio era la Parola, e la Parola era rivolta verso Dio e la Parola era Dio”.
È una visione che dà le vertigini, in cui comprendiamo per allusioni e solo grazie alla rivelazione, all’alzare il velo sul mistero da parte di Dio. La Parola di Dio era già nell’in-principio, era orientata, rivolta a Dio nella sua intimità ed era Dio: è la vita divina in Dio stesso, uno slancio di vita e di amore, una dinamica di vita e di amore che ha sentito il bisogno di un’uscita da se stessa, sicché tutta la creazione è stata fatta per mezzo della Parola creatrice.