Nella Bibbia il teatro del mondo
articolo di ENZO BIANCHI
Riflettere sulla comune eredità biblica del Vicino Oriente e dell’Occidente non comporta chiusure
La Stampa, 10 giugno 2007
Con il volgere al termine dell’anno scolastico due eventi hanno offerto occasione di riflessione su aspetti contenutistici dei programmi che hanno una valenza nel più vasto ambito educativo: da un lato la controversia amministrativa sulla validità o meno della frequenza all’insegnamento della religione cattolica come credito scolastico, dall’altro la presentazione di un “appello” per la maggior presenza della bibbia “nella formazione culturale di ogni studente e di ogni cittadino”. E il sovrapporsi temporale delle due questioni non deve impedirci di discernere con attenzione le profonde differenze. La questione del credito scolastico per l’insegnamento della religione cattolica mette nuovamente in luce uno snodo che andrà complicandosi sempre più con l’aumentare di studenti appartenenti a confessioni religiose altre da quella cattolica e che richiede fin d’ora un’attenta riflessione sull’opportunità di introdurre dei corsi di storia delle religioni. L’appello di Biblia, “Associazione laica di cultura biblica”, sottoscritto da alcune migliaia di cittadini di diverse estrazioni religiose, culturali, filosofiche, mira invece a suscitare “iniziative concrete” di vario tipo – da parte non solo del Ministero dell’istruzione ma anche del mondo più vasto della comunicazione, della cultura e della ricerca – per affiancare il patrimonio culturale biblico a quello greco-romano, in modo da conferire una completezza oggi assente alla formazione umanistica delle nuove generazioni.
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