Sono ciò che ho: il tarlo dell'avere

Olio su tela, 1994 cm 73 x 54, collezione privata
ANTON ZORAN MUSIC, L’uomo dalle mani incrociate
La Stampa, 9 dicembre 2007
articolo di ENZO BIANCHI
Il cuore di ogni uomo può conoscere questa malattia del ripiegamento

La Stampa, 9 dicembre 2007

“Il mare non si riempie mai, pur ricevendo un gran numero di fiumi; allo stesso modo, la brama dell’avaro non si sazia di ricchezze”, così Evagrio tratteggia la philarghyría, quell’ “amore per il denaro” che è espressione di un rapporto patologico dell’uomo con le cose. Questa passione, che la tradizione ci ha abituato a considerare innanzitutto un vizio privato, ha assunto negli ultimi secoli, almeno in occidente, il volto di uno stile economico-sociale collettivo: oggi possiamo chiederci se l’avarizia non sia ritenuta una pubblica virtù, fonte di una vita segnata dal benessere e incurante del fatto che il 20% dell’umanità consuma ormai l’80% delle risorse disponibili…

L’avarizia è una brama disordinata che si manifesta come bisogno impellente dell’avere, come smania insaziabile di accumulare beni: lo stesso sguardo che si posa sul cibo o sul corpo altrui può essere posato anche sulle cose. Il possesso è avvertito come necessità assoluta e tutto è predisposto per giungere a questo scopo, senza tenere conto di alcun limite, a partire da quello costituito dagli altri. L’avarizia è un vizio che si insinua lentamente nel cuore dell’uomo: si inizia con il trattenere per sé ciò che può essere condiviso con altri; si prosegue con l’accumulare senza mai essere soddisfatti; ciò provoca una crescente inquietudine, la quale a sua volta genera l’ossessione dell’aumento del possesso. La logica che muove i comportamenti dell’avaro è quella mortifera del “tutto e subito”, sempre più devastante e ossessiva; quella dell’avere diviene giorno dopo giorno una vera e propria schiavitù, fonte di una costante preoccupazione per conservare ciò a cui ci si aggrappa come unica ragione di vita e, insieme, aumentare ciò che si è acquisito: si aumenta per conservare e si conserva per aumentare… Davvero è il denaro che possiede chi lo possiede. Così il godimento dell’avaro è la previsione di godere nel futuro, ma poi questo futuro è costantemente rimandato: chi è morsicato da questo vizio è di fatto una persona che vive al futuro anteriore…

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