Emergenza civiltà
di ENZO BIANCHI
Siamo davvero convinti di difendere la nostra identità di popolo e nazione civile fomentando il ritorno alla barbarie dell'homo homini lupus?
La Stampa, 1 giugno 2008
Le preoccupazioni che anche recentemente ho avuto modo di esprimere a più riprese sul clima di intolleranza nei confronti degli stranieri non fanno che crescere in queste ultime settimane. Le poche voci che si levano a chiedere maggior prudenza e discernimento nel parlare e agire in una questione così complessa e delicata finiscono per essere sommerse dall’onda di una emotività che, se non creata ad arte, è quantomeno alimentata per ragioni non sempre trasparenti. Parimenti sono trattati come irrilevanti, inappropriati o intempestivi gli appelli alla salvaguardia della giustizia e dei diritti umani o all’accertamento delle responsabilità individuali. Principi fondamentali del diritto nazionale, comunitario e internazionale, come la non discriminazione in base all’appartenenza etnica o religiosa, vengono declassati a secondari di fronte alla percezione di una “emergenza” che, anche se fosse tale e di grave entità, non dovrebbe però mai sospendere le garanzie essenziali della convivenza civile.
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