Un tempo di conversione dalla barbarie

Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri - studio per la porta della Resurrezione - Roma
IGOR MITORAJ, Cristo Risorto
La Stampa, 1 marzo 2009
di ENZO BIANCHI
Un tempo “forte” dell’identità cristiana che da un lato fa emergere come l’orientamento etico e il comportamento quotidiano del cristiano scaturiscano

La Stampa, 1 marzo 2009

Il tempo della quaresima – i quaranta giorni che precedono la Pasqua – è stato vissuto dalla chiesa fin dai primissimi secoli come tempo propizio, come opportunità di conversione, cioè di ritorno all’autenticità del vissuto della propria fede. Era durante la quaresima che i catecumeni adulti venivano istruiti e si preparavano a ricevere il battesimo nella notte di Pasqua; era durante la quaresima che i pubblici peccatori facevano penitenza in vista della riammissione alla piena comunione ecclesiale; era durante la quaresima che un’intensificata prassi di preghiera e di digiuno alimentava la vigilanza e il discernimento delle situazioni di bisogno presenti nella comunità e favoriva la solidarietà e la condivisione. Un tempo “forte” dell’identità cristiana che da un lato fa emergere come l’orientamento etico e il comportamento quotidiano del cristiano scaturiscano dalla proclamazione e dalla celebrazione della risurrezione di Gesù Cristo dai morti e, dall’altro, orienta l’esistenza verso quel mistero di fede. Sono aspetti fondamentali del cristianesimo che la chiesa non ha mai trascurato nel corso della sua storia bimillenaria, ma che oggi appaiono forse meno evidenti in una società sempre più dominata da altri parametri di riferimento o da altri costumi.

Pubblicato su: La Stampa