Ha ancora senso il digiuno?

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WIILIAM CONGDON, Tentazioni di Gesù nel deserto
Avvenire, 8 marzo 2009
di ENZO BIANCHI
Il digiuno è ascesi del bisogno ed educazione del desiderio. Solo un cristianesimo insipido che si comprende sempre più come morale sociale può liquidare il digiuno come irrilevante


Avvenire, 8 marzo 2009

In una stagione in cui i modelli offerti soprattutto alle giovani generazioni sono quelli della vanità, del successo a ogni costo, dell’esibizione, dell’incontinenza verbale e comportamentale, i cristiani dovrebbero avere il coraggio e la franchezza di testimoniare messaggi capaci di aiutare gli uomini a percorrere cammini di liberazione e non di asservimento a idoli e miti illusori e fallaci. E la Quaresima, tempo di “esercizio” per una vita spirituale più profonda e autentica, può essere l’occasione per richiamare tutti all’etica perché il problema economico, politico e sociale che affligge l’occidente è in ampia misura di natura etica, dunque un problema di coscienze e di scelte individuali che plasmano e progettano la convivenza civile.
Molto opportunamente il messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima di quest’anno è un invito e un insegnamento sul digiuno cristiano che è anche pratica di sobrietà, un antidoto alla voracità e al consumismo, un rapporto con i beni che aiuti la qualità della vita degli esseri umani in società. Il discorso sul digiuno si colloca quindi nell’esercizio della coscienza individuale, ma riguarda la societas ed è essenziale per tracciare cammini di condivisione e di comunione.

Per questo è molto importante che la chiesa rinnovi il suo insegnamento sul digiuno, soprattutto oggi che esso viene riscoperto come valore per ragioni estetiche, salutiste, igieniste e anche ideologico-politiche. Questo dato fa sì che, nonostante l’ideologia consumista, il messaggio cristiano trovi un’accoglienza più attenta oggi rispetto ai decenni passati.

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