Per un cristiano lo stile è il messaggio
di ENZO BIANCHI
La fede non è questione di numeri ma di convinzione profonda e di grandezza d’animo, di capacità di non avere paura dell’altro, del diverso, ma di saperlo ascoltare con dolcezza, discernimento e rispetto
Da domani al Lingotto di Torino si svolgerà il Convegno nazionale delle Caritas diocesane, cioè degli organismi che si fanno carico di testimoniare nel quotidiano e sul territorio l’attenzione della chiesa per gli “ultimi”, dando corpo a un modo di vivere la fede cristiana che è immediatamente percepibile e leggibile anche in una società secolarizzata come quella occidentale e anche da chi quella fede non la condivide. Coniugare le esigenze del vangelo con la realtà in cui è dato di vivere è sempre stata la preoccupazione e la sfida di ogni generazione di cristiani, chiamati – per usare le parole stesse di Gesù – a “essere nel mondo ma non del mondo”. E il tema scelto per queste giornate torinesi ben indica questa consapevolezza della comunità cristiana: “Non conformatevi a questo mondo. Per un discernimento comunitario”. La prima affermazione è un ammonimento di san Paolo ai cristiani di Roma nel I secolo dopo Cristo, esortazione che viene attualizza con un richiamo all’importanza di operare un discernimento sul pensare e sull’agire e sulla necessità che questa riflessione sia “comunitaria”, cioè frutto ma anche seme di una comunità viva e vitale.
Questo approccio indica bene il difficile equilibrio della presenza cristiana nella società: nessuna “fuga dal mondo” – come se si trattasse di realtà negativa da evitare – nessuna chiusura in una cittadella di “puri”, ma neanche nessun cedimento a una mentalità mondana che considera scontati o privi di valenza etica comportamenti lesivi della dignità umana. Già l’Antico Testamento, del resto, ammoniva a “non seguire la maggioranza per compiere il male” (Es 23,2). Nel vissuto quotidiano vi sono scelte che la fede cristiana impone e ispira, certamente lasciando ai pastori della chiesa, alle figure rappresentative istituzionali il compito di agire nel terreno profetico, pre-politico, pre-economico, pre-giuridico, ma assegnando ai fedeli, ai laici cristiani l’incarico di una realizzazione di tali istanze sotto la loro responsabilità mediata dalla loro coscienza. Mi pare che questi comportamenti capaci di mostrare la differenza cristiana possano essere riassunte in alcune opzioni di fondo.
Pubblicato su: La Stampa