Cercando il Dio del silenzio

Icona dipinta a mano - Atelier iconografico del Monastero di Bose
Le icone di Bose, san Benedetto
La Repubblica, 4 aprile 2010
di ENZO BIANCHI
C’è un grande silenzio che avvolge molte esistenze piene di vita, fatte di lavoro e di preghiera in un nascondimento che oggi molti non riescono più a comprendere, un silenzio soprattutto dei corpi e dei volti

La Repubblica, 4 aprile 2010

Quando uno varca la soglia di un monastero, a volte trova di fronte a sé un affresco o un’icona del patriarca dei monaci, san Benedetto che, dito sulla bocca, invita al silenzio: “Tace!”. Del resto, già i padri del deserto nel IV secolo cercavano di vivere secondo il detto di abba Arsenio: “Fuge (cioè ritirati in disparte), tace (fa’ silenzio), quiesce (ricerca la pace)!”. Per quanti fanno vita monastica, il silenzio è l’atmosfera, l’ambiente in cui vivono la loro tensione a quaerere Deum, a cercare Dio, impegno che contiene innanzitutto il quaerere hominem, cercare l’essere umano.

Dal canto dell’ultima preghiera della sera (verso le 20,00) fino all’ora ancora notturna che precede l’alba (attorno alle 4,00), i monaci e le monache osservano il “grande silenzio”: da soli, nella loro cella, cercano di vegliare, di leggere, di pensare e di pregare. Ma anche durante il giorno le regole chiedono che il monaco faccia silenzio, parli se è necessario alla carità, e comunque vigili sempre a che la sua parola miri a ciò che è essenziale, autentico, veritiero, evitando non solo ogni doppiezza o menzogna, ma anche di dire ciò che non fa o che non pensa in profondità.

Senza questo silenzio – che pur conosce contraddizioni da parte dei monaci – non sarebbe possibile una vita di lotta contro la dispersione, l’ansia, la distrazione, il de....ment, come lo definiva Pascal. Si tratta, infatti, di unificare la vita, di giungere a una semplificazione del cuore attraverso il lungo lavoro di “ordinare” i pensieri, i sentimenti, le azioni: uno sforzo costante verso la conoscenza di sé, del proprio profondo, in modo da imprimere alla vita consapevolezza, responsabilità e bellezza.

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