Perchè uomini e animali sono compagni di viaggio

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La Repubblica
14 maggio 2010
Gli animali sono una presenza, e spesso, soprattutto per le persone più povere e semplici, sono aiuto, compagnia e consolazione: sì, gli animali sono compagni di viaggio degli uomini

La Repubblica, 14 maggio 2010

Secondo il libro della Genesi l’uomo, in cui è immesso da Dio un soffio di vita che lo rende vivente, è preso e posto in un giardino «perché lo coltivi e lo custodisca». Qui germogliano altre creature e qui vengono creati gli animali, perché «non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18): l’uomo è veramente tale quando è in relazione, quando è in comunità, e gli animali – pure plasmati dalla terra – vengono posti in relazione con lui che ad essi dà il nome, cioè li distingue, li individua come partners. C’è quindi co-creaturalità tra uomini e animali, tutti creati dalla terra, tutti destinati a vivere insieme, a dividere lo stesso spazio terrestre, e a morire insieme dopo una vita piena di relazioni. Uno stesso destino infatti legherà uomini e animali, i quali – dirà il saggio Qohelet – avranno la medesima sorte: «Chi sa se il soffio vitale dell’uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?».

Il rapporto tra uomo e animali non è paritario, ma non si configura neppure come rapporto tra un soggetto e un oggetto, perché entrambi restano soggetti, anche se la relazione permane asimmetrica. È l’uomo che dà il nome all’animale e non viceversa, ma l’animale è anche un aiuto per l’uomo (si badi che anche la relazione uomo-donna in Gen 2,18 è vista come aiuto, ‘ezer kenegdo, letteralmente «aiuto-contro di lui»!). Per vivere la sua avventura, l’uomo ha bisogno di aiuto, e di aiuto «altro»: sicché l’uomo ha bisogno della donna, la donna ha bisogno dell’uomo, gli umani hanno bisogno degli animali e tutti hanno bisogno gli uni degli altri…

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