Scopri lo straniero che è in te
In questo senso Gesù è stato uno straniero che aveva come caratteristica l’essere ospitale: non aveva casa, ma la sua persona intera creava uno spazio di accoglienza, di ospitalità per tutti quelli che venivano a lui. Gesù viveva addirittura l’ospitalità scandalosa agli occhi dei giusti e degli uomini religiosi, mangiando e bevendo alla tavola dei peccatori, andando ad alloggiare presso di loro, fino a sembrare amico delle prostitute e dei peccatori manifesti. Se leggiamo i vangeli, siamo posti davanti a questa capacità di ospitalità vissuta da Gesù: poveri, malati, stranieri, tutti trovavano in Gesù uno spazio di ospitalità, la possibilità di un incontro umano in cui si sentivano accresciuti, richiamati a un’umanizzazione, tutti gustavano cosa significhi la comunione con un altro uomo.
Forse allora, quando ci si appella all’identità cristiana e all’esigenza di difenderla da quanti cristiani non sono, dovremmo riflettere con più attenzione a ciò che davvero questa identità comporta, dovremmo ricordare non solo il nostro passato prossimo, ma anche quel progetto di umanizzazione piena che scaturisce dalle pagine bibliche e dalla grande tradizione del cristianesimo vissuto in mezzo agli uomini e alle donne di ogni tempo, etnia, nazione, lingua e religione.
Enzo Bianchi
Pubblicato su: La Stampa