L'orizzonte condiviso di un amore

TRENTO LONGARETTI, Famiglia del musicante
TRENTO LONGARETTI, Famiglia del musicante
La Stampa, 25 luglio 2010
di ENZO BIANCHI
I dati forniti dall’Istat riguardanti i matrimoni tra il 1995 e il 2008 registrano un raddoppio del numero di separazioni e divorzi, mentre la durata media del matrimonio scende fino a soli quindici anni  
La Stampa, 25 luglio 2010

In una lettera inviata dal carcere in cui attendeva la morte che il regime nazista gli avrebbe inflitto, il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer scriveva: “La perdita della memoria morale non è forse il motivo dello sfaldarsi di tutti i legami, dell’amore, del matrimonio, dell’amicizia, della fedeltà? Niente si radica, niente mette radici: tutto è a breve termine, tutto ha breve respiro. Ma beni come la giustizia, la verità, la bellezza e in generale tutte le grandi opere richiedono tempo, stabilità, memoria; altrimenti degenerano”. Parole profetiche, che leggono bene il tempo presente, contrassegnato da provvisorietà e instabilità in tutti i rapporti.

I dati forniti dall’Istat riguardanti i matrimoni tra il 1995 e il 2008 registrano un raddoppio del numero di separazioni e divorzi, mentre la durata media del matrimonio scende fino a soli quindici anni. Sono statistiche che ci confermano quanto anche noi verifichiamo nel nostro tessuto quotidiano: nella cerchia di familiari e conoscenti abbiamo quasi tutti coppie separate e anche all’interno di legami “ecclesiali” constatiamo l’aumento di quanti si “separano” o dalla loro vita presbiterale o dalla comunità religiosa di appartenenza. Ormai, quando riceviamo la notizia di una coppia che si sposa, non ci è più estranea la domanda inconscia “fino a quando durerà?”, così come nell’interrogarci sul futuro delle forme di vita che prevedono impegni o voti di celibato, non vi è più solo la preoccupazione per il numero calante di nuove vocazioni, ma anche quella per la perseveranza di quanti già hanno abbracciato questo itinerario religioso. Anche chi ha assunto impegni, chi ha celebrato l’alleanza con fratelli o sorelle nella vita religiosa contraddice la scelta compiuta – anche se in percentuale minore rispetto al matrimonio – viene meno alla parola data, alla promessa esplicitata e pensa di cambiare vita, anche in età ormai matura, a cinquanta o sessant’anni, esattamente come avviene tra gli sposati. Persone ormai invecchiate e quindi obbligate a contare gli anni che restano loro da vivere, smentiscono un intero itinerario di vita già percorso e si dicono addio, nel sogno di poter trascorrere l'ultima parte della vita – la cui aspettativa si è sempre più allungata – nella libertà, senza dover più “fare i conti” con qualcun altro.

Pubblicato su: La Stampa