Vi resterà il profumo dei miei tigli
ELENA LOEWENTHAL
in dialogo con ENZO BIANCHI
Quando siamo colti dall'anzianità, è importante pensare non soltanto a noi e ravvivare invece il nostro rapporto con quel che ci circonda
La Stampa, 1 dicembre 2010
I giorni dell'anno. I ricordi. La memoria delle cose e dei sentimenti. Il presente di una cella che non è segregazione bensì tutt'altro, uno sguardo che spazia sul mondo: di questo e altro è fatto Ogni cosa alla sua stagione, il nuovo libro di Enzo Bianchi (Einaudi, pp. 127, e17), in cui il priore di Bose ripercorre tratti suggestivi della sua vita, delle atmosfere e delle figure che l'hanno accompagnato nel cammino.
Il volume sarà presentato oggi a Torino (Teatro Carignano, ore 18) da Ernesto Ferrero e Elena Loewenthal che colloquieranno con l'autore. In questa pagina pubblichiamo un dialogo tra la Loewenthal, scrittrice e studiosa di ebraismo, e Enzo Bianchi.
ELENA LOEWENTHAL. «Ogni cosa alla sua stagione è un titolo forte, pregnante. Non porta il verbo avere che nell'ebraico della Bibbia non esiste «ogni cosa ha la sua stagione» e richiama invece quell'atteggiamento dativo che in questa lingua sostituisce il possesso. Così, ci invita a un senso della lettura diverso, più partecipato. Quel viale di tigli di cui si parla alla fine, ad esempio, pare di sentire il profumo pagina dopo pagina?».
ENZO BIANCHI. «Ho deciso di piantare un viale di tigli, perché sono anziano. Alla mia età, credo sia necessario fare atti di fiducia nel futuro su questa terra. Sono sotto il mio eremo: non so per quanti anni potrò sentire il profumo strabiliante che emanano in maggio, soprattutto la mattina presto e nelle lunghe serate piene di luce. Quel profumo che sale dalla terra della collina, sarà soprattutto per gli altri che verranno dopo di me. Quando siamo colti dall'anzianità, è importante pensare non soltanto a noi e ravvivare invece il nostro rapporto con quel che ci circonda, esprimere rispetto per la vita che abbiamo vissuto e gratitudine per questa terra così bella. Anche se dovremo lasciarla».
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