Ma fare festa è sbagliato

Bronzo, 1961
FLORIANO BODINI, Lamento sull'ucciso
La Stampa, 3 maggio 2011
di ENZO BIANCHI
“Giustizia è fatta!” ha proclamato il presidente degli Stati Uniti nell’annunciare al suo paese e al mondo che Osama Bin Laden è stato ucciso. Sopprimere l’ingiusto non è ancora fare giustizia

La Stampa, 3 maggio 2011

 “Giustizia è fatta!” ha proclamato il presidente degli Stati Uniti nell’annunciare al suo paese e al mondo che Osama Bin Laden è stato ucciso. Confesso che i sentimenti che mi abitano come cristiano e come cittadino di un paese che non contempla nel proprio ordinamento la pena di morte sono contrastati. Da un lato c’è la soddisfazione legata alla uscita di scena di una persona che, per sua stessa ammissione, ha seminato morte e odio, ha avvelenato la comprensione della religione, usandola come droga per esaltare la violenza, ha inquinato mortalmente la convivenza civile e i rapporti sociali, a livello locale e planetario.

D’altro canto il vangelo, ma anche la mia coscienza umana, non mi autorizzano a rallegrarmi per la morte di un essere umano, fosse anche il più malvagio sulla terra, fosse anche il nemico mortale che ha attentato alla vita delle persone più care. Non si tratta di evocare l’esortazione cristiana al perdono – argomento su cui a lungo si è riflettuto dopo l’epifania del male assoluto nei campi di sterminio nazisti – ma di riconoscere con gravità e amarezza che la morte di una persona non è mai motivo di gioia: forse di sollievo, perché ormai quel malvagio non potrà più nuocere, anche se il seme dell’odio gettato non smette per questo di crescere; forse è fonte di appagamento di quel desiderio di vendetta che abbiamo vergogna di confessare e che ci affrettiamo a nobilitare con il termine di giustizia; forse è occasione di rinnovato rimpianto per le vittime della violenza omicida e per non aver saputo fermare prima quello strumento di morte. Ma gioia no, quella non l’ho sentita nascere in me nell’apprendere la notizia dell’uccisione di Bin Laden e non vorrei vederla sul volto di un altro uomo, un uomo come me, un uomo come lo era Bin Laden. Come cristiano penso a Bin Laden ora in giudizio davanti a Dio: quel Dio il cui nome ha bestemmiato per seminare morte e predicare la guerra, quel Dio creatore degli uomini e protettore della vita cui ha dato un volto perverso e mortifero.

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