Padre della Chiesa dei tempi moderni
31 agosto 2012
Intervista a ENZO BIANCHI
Carlo Maria Martini era anche un uomo molto riservato, su quel conclave nel quale molti lo avrebbero voluto Papa non rivelò mai nulla
Bose, 1 settembre 2012
Profondamente toccata dalla morte di p. Carlo Maria Martini, ora ardente intercessore presso Dio, il priore e la comunità si uniscono alle preghiere e ai sentimenti di tutti quanti lo amano.
Communicantes in unum!
Il Sole 24 Ore, 31 agosto 2012
Intervista a ENZO BIANCHI
Era il 1976: al monastero di Bose per la prima volta si incontrano Enzo Bianchi e Carlo Maria Martini. Le passioni e gli interessi comuni sono tanti: la Bibbia, il Vangelo, ma anche e soprattutto la capacità di dialogo con tutti (unita a un'intensissima vita spirituale) dove il primato della testimonianza non fa distinzione tra vicini e lontani. Passa poco più di un anno e i due trascorrono insieme tre mesi in Israele. «Un'esperienza molto intensa», ricorda oggi il priore di Bose, appena appresa la notizia della scomparsa del cardinale. Ma tra tutti i ricordi che gli affollano la testa sceglie quello di Martini, giovane, a Roma, professore al Pontificio Istituto Biblico, non ancora cardinale e nemmeno vescovo. Un semplice cristiano che va tutte le settimane tra i poveri «per lavarli e nutrirli». «In pochi lo sanno» spiega il priore di Bose, ma è una circostanza che «racconta meglio di ogni altra chi era Carlo Maria Martini».
«L'uomo del dialogo con chi sta fuori dalla Chiesa, come nessun'altro in Italia è stato, con una capacità straordinaria di dialogare con i credenti e i non credenti, con gli ebrei, i protestanti, gli ortodossi». «Martini è stato il Padre della Chiesa dei tempi moderni».
Ma quello che più di ogni altro aspetto ha colpito Enzo Bianchi è stata la sua volontà di essere uomo secondo il Vangelo. «Era attirato dal Vangelo, voleva vivere secondo il Vangelo. Non aveva strategie, le tattiche politiche erano qualcosa di totalmente sconosciuto per lui, che invece si arrendeva a ciò che considerava Vangelo. La sua regola era il Vangelo vissuto. E in nome del Vangelo vissuto era capace di modificare le sue posizioni, lo faceva quando capiva che era il Vangelo a chiederglielo».
Martini era stato al monastero di Bose l'ultima volta solo tre anni fa. E lo aveva detto a tutti i presenti: sarebbe stata l'ultima volta, non sarebbe più tornato, era troppo stanco. «Fu un momento di grande comunione e affetto», rivela Enzo Bianchi. «Ma non abbiamo mai smesso di scriverci».
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Pubblicato su: Il Sole 24 Ore