Novissimi: l'ora del giudizio
Strettamente connessa a questa visione del giudizio è la dottrina della retribuzione personale, insegnata dai profeti (si veda Ez 18,1-32; 33,10-20), e così riassunta in un salmo: “Tu, o Signore, renderai a ogni uomo secondo le sue azioni” (Sal 62,13). Sono parole ampiamente riecheggiate nel Nuovo Testamento (cf. Rm 2,6; Ap 2,23; 22,12), che risuonano anche sulla bocca di Gesù: “Il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni” (Mt 16,27). Lungo la sua vita, però, Gesù rifiuta di operare il giudizio, contrastando l’impazienza di quanti pretendono di essere giusti e dunque vogliono estirpare già nella storia la zizzania, con il rischio di sradicare pure il grano: “Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: ‘Raccogliete la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio’” (Mt 13,30). Questo tratto di misericordia, caratteristico della sua persona, Gesù lo mostra anche in un’altra parabola, quella del fico sterile piantato nella vigna. È lui il vignaiolo che, di fronte alla richiesta del padrone della vigna di tagliare il fico, prima s’impegna a fare tutto il necessario per aiutare la pianta, poi conclude: “Se non porterà frutti, tu lo taglierai, non io” (cf. Lc 13,8-9), lasciando a Dio la difficile decisione del giudizio ultimo.
D’altra parte Gesù annuncia con immagini apocalittiche la venuta del giorno del giudizio, soprattutto nel suo discorso escatologico (cf. Mc 13 e par.). Da credente ebreo qual è, confessa che questo mondo e questa creazione vanno verso una fine, verso il “giorno del Signore” (che nel Nuovo Testamento diventerà “il giorno del Signore nostro Gesù Cristo”: 1Cor 1,8), giorno di salvezza e di giudizio. Ciò avviene per un preciso disegno del Dio che è Signore della storia e del tempo, il quale desidera instaurare il suo regno di giustizia e di pace, dando inizio ai cieli nuovi e alla terra nuova da lui preparati (cf. Is 65,17; 2Pt 3,13; Ap 21,1). Tutto questo coinciderà con la venuta gloriosa del Figlio dell’uomo: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (Mc 13,26; cf. Dn 7,13-14). Nello stesso tempo, Gesù confessa la sua ignoranza relativa all’ora precisa del giorno del giudizio: “Quanto a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, ma solo il Padre” (Mc 13,32).
Pubblicato su: Avvenire