Ars celebrandi
L’eucaristia fonte della spiritualità del presbitero
e epifania del suo presiedere la comunità cristiana
Il vescovo di Lille (Francia), mons. Gérard Defois, ha invitato fr. Enzo Bianchi, a svolgere questa relazione al presbiterio della diocesi riunito per la celebrazione della Messa crismale del 2007.
La Rivista del Clero Italiano, maggio 2007
Introduzione
A poco più di quarant’anni dalla riforma liturgica voluta dal concilio Vaticano II, per quanto concerne la sua attuazione si registrano stanchezze, ritardi, omissioni e anche contraddizioni gravi, dovute a nostalgie dell’ordo liturgico del passato. Tuttavia si può affermare che la riforma è stata recepita con convinzione dalla chiesa, e incomincia a mostrare tutta la sua fecondità e la sua capacità di «fare cristiani» e «fare chiesa».
Certamente un «luogo» di crisi è quello della presidenza eucaristica, e ciò è dovuto soprattutto all’emergere di una nuova forma di presidenza ministeriale. In questo ambito si è resa urgente, a mio avviso, una riflessione sul rapporto tra eucaristia e presbitero, tra eucaristia e presidenza celebrativa, dunque sull’ars celebrandi. Tale riflessione è maturata in diverse occasioni in cui sono stato chiamato a ricercare e a confrontarmi, soprattutto con i presbiteri, sull’ars celebrandi. Devo confessare che in tale percorso mi è stata di grande aiuto anche la conoscenza e la pratica del rito tridentino per più di due decenni, quelli della mia formazione e della mia crescita nella vita ecclesiale.