Caro Diogneto - 2
di ENZO BIANCHI
L’anomalia cristiana appare dunque dove il Vangelo si oppone alla necessitas imposta da qualsiasi potere mondano
Le parole di Gesù “Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt 22,21) sono parole forti, decisive e profetiche. Tuttavia va riconosciuto che nella storia dei due millenni cristiani questa distinzione è stata raramente rispettata e realizzata. Oggi, pur con grande fatica e forti contraddizioni, sembra essere accettata, almeno come principio, dalla chiesa e dalla società. Ma va anche detto che questa sentenza da sola non è sufficiente a dirimere la delicata questione della presenza e dell’azione del cristiano, come singolo e come comunità, nella società.
In verità, tutto il messaggio di Gesù resta profetico, soprattutto in merito alla relazione tra potere politico e religione o, meglio, annuncio del Vangelo. Gesù si colloca sì nella tradizione dei profeti dell’Antico Testamento – sovente dissidenti rispetto al potere del re e alla sua facile alleanza con il sacerdozio, il potere religioso – ma va oltre, rifiutandosi di iscrivere la sua azione nel registro della politica e risalendo invece all’ “in principio” del messaggio profetico: la fedeltà alla volontà di Dio e alla sua parola e, quindi, la lotta contro gli idoli antichi e nuovi, idoli che da sempre non sono soltanto un falso teologico – un’immagine falsa di Dio – ma innanzitutto un falso antropologico, un’immagine distorta dell’uomo, una fonte di alienazione.
Scegliendo deliberatamente la via messianica come illustrata nel racconto delle tentazioni nel deserto, Gesù denuncia i miraggi della politica, così come più tardi rifiuterà esplicitamente la proposta delle folle a farlo re. Nella sua predicazione annuncia un regno che non è di questo mondo, che non si difende con le stesse armi, che non sopprime e non sostituisce i regni e i governi umani esistenti ma li relativizza, mettendo davanti a loro la possibilità di una comunità umana autentica che vuole avere come valori il servizio reciproco, l’amore fraterno, la condivisione dei beni, la riconciliazione, il perseguimento della giustizia e della pace con tutti.