Caro Diogneto - 3

JESUS, marzo 2009
di ENZO BIANCHI
La chiesa, quindi, nella sua missione evangelizzatrice ha il compito di indicare l’essere umano e la sua dignità come criterio primo ed essenziale a un cammino di autentica pienezza di vita
JESUS, marzo 2009

 «Amatevi come io vi ho amato» (Gv 13,34) è il «comandamento nuovo», cioè ultimo e definitivo, lasciato da Gesù ai suoi discepoli. E in quel come c’è tutta l’esistenza di Gesù, l’esempio dato affinché ne seguissimo le orme (cf. 1Pt 2,21): c’è il suo spendere la vita per gli altri fino alla fine, fino a donarla per gli amici e per tutti nella libertà e per amore. Ora, questo comandamento che narra la specificità del cristianesimo richiede che il cristiano non ami solo il prossimo, i suoi familiari, ma ami tutti coloro che incontra, e tra di essi privilegi gli ultimi, i sofferenti, i bisognosi.
E’ alla luce di questo comandamento che il cristiano è chiamato anche a pensare alla forma “politica” – cioè inerente il bene della polis – da dare all’uguaglianza, alla solidarietà, alla giustizia sociale. Se non ci fosse un’esplicitazione anche politica dell’amore per l’ultimo, alla convivenza civile mancherebbe qualcosa di decisivo e resterebbe evasa una grave responsabilità cristiana. Non dimentichiamo che Gesù ha risposto con un severo ammonimento a chi lo interrogava sulle esigenze del regno: il giudizio per la vita o per la morte avverrà proprio sul rapporto avuto qui e ora con l’essere umano nel bisogno, affamato, assetato, straniero, nudo, malato, prigioniero (cf. Mt 25,31-46)!

La chiesa, quindi, nella sua missione evangelizzatrice ha il compito di indicare l’essere umano e la sua dignità come criterio primo ed essenziale a un cammino di autentica pienezza di vita. Questo richiede che i cristiani sappiano sì dare una testimonianza con la loro vita personale, ma sappiano anche rendere “eloquenti”, comprensibili a tutti le loro convinzioni sulle esigenze di rispetto, salvaguardia e difesa della vita umana.