Caro Diogneto - 6

JESUS, giugno 2009
ENZO BIANCHI
A volte penso che la gnosi sia una reazione nei confronti di molti credenti che arrivano a proiettare su Dio i loro desideri, fornendo a Dio un volto “nemico” dell’uomo

JESUS, giugno 2009

Nei nostri giorni sembra risorgere la gnosi, questo movimento spirituale e religioso che accompagnò la dilatazione del Vangelo dalla fine del I secolo, e contro il quale dovettero lottare i padri della chiesa, da Ireneo in poi. In realtà questa via della gnosi non è una novità, e non a caso si è parlato di “gnosi eterne”, ma è anche vero che le correnti gnostiche, assai diverse tra loro, sono molto eloquenti sulle bancarelle del supermercato del sacro che oggi attira potenziali acquirenti sempre più numerosi.

La parola greca gnosis significa “conoscenza” e con essa si indica una “via spirituale” che promette la salvezza, la felicità, la beatitudine attraverso la conoscenza, un processo intellettuale ed esperienziale che permette all’iniziato di capire, sapere. Ma questa “conoscenza salvifica” può variare nel suo contenuto e nelle sue modalità, mentre permane la convinzione che la salvezza non viene data per grazia, a causa di un dono di Dio, ma viene da un cammino percorso dall’uomo nella conoscenza e nella sua vita. Per questo la gnosi è seducente: invita al protagonismo, sembra soddisfare la ricerca di investigazione della verità e non richiede il duro incontro-confronto con un Dio vivente “altro”, tre volte santo; fornisce invece un incontro con il divino nello spazio dell’emozionale, dell’immaginario, dell’armonioso in cui l’uomo vive una pace che lo rende felice.