Caro Diogneto - 20
di ENZO BIANCHI
Occorre che i cristiani si sentano in una profonda comunione: il peccato divide, non porta alla comunione, ma il riconoscimento del peccato può far sentire la solidarietà tra fratelli e sorelle, tra vescovi e popolo di Dio
JESUS, agosto 2010
Questa è un’ora difficile, faticosa per la chiesa cattolica, un’ora alla quale si addicono le parole dell’Apostolo: «i giorni sono cattivi» (Ef 5,16). Ma perché «essere sorpresi per l’incendio della persecuzione che si è acceso in mezzo a noi, come se ci accadesse qualcosa di strano» (cf. 1Pt 4,12)? L’ho scritto e detto più volte in questi anni: non dobbiamo temere nemici esterni alla chiesa, perché questi sono occasioni per vivere il Vangelo con maggiore fedeltà; dobbiamo invece temere l’azione del nemico in mezzo a noi, in seno alla chiesa, alla comunità dei credenti (1). L’ostilità, o addirittura la persecuzione nei confronti dei cristiani, li tempra, li rigenera, li prova, li sprona a essere più conformi al loro Signore Gesù Cristo, il quale ha detto: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20). Al contrario, il peccato che si annida dentro la comunità cristiana e che si manifesta in contraddizioni gravi al Vangelo, quali l’arroganza, l’esercizio di un potere opprimente, l’accumulo di beni, la corsa a posizioni di potere, l’inimicizia e le calunnie tra fratelli, tutto questo estenua la chiesa, la rende spiritualmente debole, le toglie vita.
Molti non si aspettavano il sorgere di questo clima di diffidenza e di ostilità verso la chiesa, soprattutto perché da più parti si erano cantate canzoni gradite e richieste quale compiacimento narcisistico della chiesa o adulazione delle sue autorità. E invece siamo obbligati a riconoscere che la chiesa non desta più venerazione, anzi sembra scandalizzare alcuni, e così viene circondata di diffidenza; si arriva persino a offendere la chiesa con azioni come quelle perpetrate nei confronti dei vescovi del Belgio, azioni che vorrebbero indicarla come un’associazione a delinquere. Che dire? La nazione più cattolica a metà del secolo scorso, la nazione che aveva la più alta percentuale di religiosi in missione in rapporto al totale dei cittadini, è diventata la più secolarizzata, la più intransigente verso la chiesa cattolica, fino ad attuare nei suoi confronti una politica semplicemente offensiva. E di fronte a questi gesti compiuti dal potere giudiziario non sembrano levarsi voci di protesta… Quanto alla chiesa cattolica negli Stati Uniti, sembra giunto il momento in cui la si vuole mettere finalmente alla sbarra e farle scontare il suo passato profetico, quando è stata capace di distinguersi da altre chiese, sempre disponibili a fungere da cappellanie dell’imperatore mondiale.
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