Caro Diogneto - 35

Jesus, novembre 2011
di ENZO BIANCHI
L’identità cristiana è un’identità di incarnazione, di umanizzazione, legata quindi all’incontro, alla relazione, all’ascolto reciproco, alla volontà di camminare insieme

Jesus, novembre 2011
di ENZO BIANCHI 

In una recente intervista, il card. Carlo Maria Martini, interrogato sulla situazione della chiesa oggi e sulle sue tentazioni più manifeste, ha espresso poche ma significative parole: “Una chiesa che vuole vincere”. Per un cristiano della mia generazione, questa tentazione non è nuova: si può anche dire che siamo cresciuti con quell’anelito nel cuore che ci faceva desiderare una chiesa vincitrice e per questo forte, grande, imponente...

Poi venne un’ora, inaugurata da papa Giovanni ma da tempo in maturazione in molti spazi della vita ecclesiale: il fuoco del vangelo resta infatti sempre vivo nella comunità dei credenti, anche se coperto di cenere. Alcuni profeti e molti cristiani anonimi e santi seppero scoprire la brace, gettare qualche pezzo di legno e... il fuoco riprese ad ardere. La chiesa si rendeva conto della sua povertà e delle sue mancanze, voleva rinnovarsi con un “aggiornamento” che fosse obbediente alla grande tradizione e ai segni dei tempi, scrutati ascoltando l’umanità, la storia con le sue opacità e i suoi faticosi cammini di umanizzazione. La chiesa reimparò ancora una volta che nella debolezza manifesta la grazia di Dio, che nella povertà è arricchita dalla povertà di Cristo, cioè dalla sua presenza, che quando non gode privilegi mondani la chiesa è più libera e più capace di profezia.

Per tutti noi fu una chiamata a una migrazione, a una conversione di sguardi e giudizi. Certo, in questo scoprire la brace e riattizzare il fuoco del vangelo ci fu chi patì scandalo e inciampò, chi non riuscì a sopportare il cambiamento e anche chi, abbagliato, si perse su strade anche generose ma non più munite di fede e di comportamento cristiano.

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