Caro Diogneto - 40

Jesus, aprile 2012
di ENZO BIANCHI
La dinamica del credere si esprime nell’essere umano attraverso cammini in cui ci si fida l’uno dell’altro, attivando la reciprocità del credere

Jesus, aprile 2012
di ENZO BIANCHI

Dovremmo chiederci quanto dell’attuale difficoltà a credere non dipenda da un clima di progressiva sfiducia negli altri, nella situazione sociale ed economica, nel futuro stesso. Fede, infatti, è mettere fiducia, fidarsi, è un’attitudine complessiva della persona: per questo le difficoltà a credere si radicano nel profondo, nelle difficoltà stesse del mestiere di vivere. La fede, il credere è una realtà antropologica fondamentale, costitutiva dell’esistenza umana, come la ragione e il linguaggio: è un atto della libertà dell’essere umano, tanto che possiamo affermare che non ci può essere umanizzazione autentica senza fede.

In altre parole, non si può essere uomini senza credere, perché credere è il modo di vivere la relazione con gli altri; e non è possibile nessun cammino di umanizzazione senza gli altri, perché vivere è sempre vivere con e attraverso l’altro. Come sarebbe possibile vivere senza fidarsi di qualcuno? A differenza degli animali, noi usciamo incompiuti dall’utero materno e per crescere come persone, per acquisire una soggettività abbiamo bisogno di qualcuno in cui mettere fede-fiducia. Anzi, fin dalla sua vita intrauterina il nascituro mette fiducia in sua madre, crede in lei quando essa per lui è ancora nient’altro che una matrice; fin dal seno di sua madre egli crede alla vita di cui si sente vivere, crede alla madre che lo porta in grembo, è come abitato da una promessa, quella di poter accedere a una vita in pienezza. Tutto questo, certamente, non nell’ordine dell’intelligenza – per quanto ne sappiamo oggi – ma in quello dell’istinto e del desiderio. È così che il bambino si abbandona, si fida della madre e, una volta uscito dall’utero, cercherà ancora questo riferimento, continuando a fidarsi della madre. In tal modo egli prenderà coscienza della sua condizione umana, sarà aiutato a «venire al mondo» proprio dalla fiducia messa in sua madre. Anche solo questa esperienza «fontale» ci rivela che nella nostra vicenda umana non è possibile crescere senza avere fiducia in qualcuno, nella madre innanzitutto e poi, più in generale, in entrambi i genitori.

  • 1
  • 2