Dalla messa tridentina alla riforma liturgica del Vaticano II
n°3 (2012)
di ENZO BIANCHI
Dunque, è cambiata la messa? Sì, è cambiata nella sua forma, come sempre è cambiata nelle diverse epoche della storia della chiesa
La Rivista del Clero Italiano, n°3 (2012)
di ENZO BIANCHI
Introduzione
Da tempo sento il dovere di raccontare come ho vissuto la messa per vent’anni, prima della riforma liturgica voluta dal concilio Vaticano II. Sento questo dovere per diverse ragioni. Innanzitutto perché in me il ricordo di quella messa resta vivissimo: da sei a ventiquattro anni è stata per me la messa quotidiana, una messa in cui «servivo» da chierichetto. Quella messa era la principale fonte della mia vita spirituale, era la messa che mi plasmava ogni giorno, era la liturgia di comunione con il Signore nella quale crescevo e facevo discernimento sulla mia vita e sulla mia vocazione.
Ma c’è anche un’altra ragione per cui sento questo dovere di memoria. Molti che hanno la mia età o sono anche più vecchi, e dunque hanno vissuto come me o più di me quella forma liturgica, sembrano non ricordare, non sanno più parlarne, né sanno leggerla: l’ho constatato più di una volta, rimanendo spesso turbato da tanta smemoratezza… Non si tratta però della trascrizione di ricordi personali, quasi fossero mie memorie, né di nostalgia da parte di un senescente: è un confronto tra due forme di celebrazione, tra due riti entrambi capaci di celebrare il mistero di Cristo, ma uno derivante dall’altro e generato dal più antico, nella continuità della crescita della fede e dell’eloquenza della fede che è la liturgia cattolica.
Nello scrivere questa testimonianza spero soltanto di essere veridico, onesto con me stesso per quanto mi è possibile, perché è vero che anche l’esperienza della messa riformata dal concilio Vaticano II mi ha plasmato, anzi molto di più, in quanto è la «mia» messa da più di quarant’anni, è la messa che vivo nella mia comunità, come monaco che tenta di essere cristiano. Spero di non ferire nessuno e di fare un servizio a quanti vogliono una testimonianza su quella messa che oggi può essere celebrata come rito straordinario concesso da Benedetto XVI a quanti si sentono legati e affezionati a questa forma pre-conciliare. Il lettore potrà dunque fare un confronto, potrà comprendere di più la continuità tra i due riti e, nello stesso tempo, discernere la «grazia» che la riforma liturgica ha apportato alla vita di tutta la chiesa.
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