Insieme-6

 

Domande ineludibili perché la virtù teologale della speranza deve essere visibile, vissuta, trovare un dove, un luogo: altrimenti è illusione e retorica! Un bel testo di Agostino dice che “è solo la speranza che ci fa propriamente cristiani” (La città di Dio 6,9,5). Il cristiano trova in Cristo la propria speranza (cf 1 Tim 1,1), non vive cose e realtà altre e nuove, ma arricchisce e alimenta di un senso nuovo e altro tutte le realtà e le relazioni. In questo senso, la speranza cristiana è risorsa di energie spirituali, è elemento dinamizzante che si fonda sulla fede nel Cristo morto e risorto: la vittoria di Cristo sulla morte diviene la speranza del credente che il male e la morte, in tutte le forme in cui si possono presentare, non hanno l’ultima parola.

Oggi viviamo una stagione in cui siamo tentati di disperare, in cui – turbati come siamo dal clamore di vicende che di evangelico hanno ben poco e che paiono dilaniare la chiesa al suo interno – sembriamo incapaci di ascoltare la voce sommessa della testimonianza quotidiana di tanti cristiani che perseverano nel camminare alla sequela del loro Signore in mezzo alle prove. Ed è proprio in questa situazione apparentemente senza sbocco che siamo chiamati a narrare la nostra speranza con il perdono, ad affermare che il male commesso non ha il potere di chiudere il futuro di una vita, a plasmare la nostra presenza nel mondo sulla fede che l’evento pasquale esprime la volontà divina di salvezza per tutti.

Allora, “coraggio, non temiamo!” perché il Signore è con noi, è con la sua chiesa, è con l’umanità intera che tanto ha amato. È questa la logica pasquale, quella “logica” che consente al credente di vivere nella fraternità con persone che non si è scelto; che lo rende capace di amare anche il nemico; che lo porta a vivere nella gioia e nella serenità anche le tribolazioni, le prove e le sofferenze; che lo guida al dono della vita, fino al martirio. Se dobbiamo vedere oggi il volto autentico della chiesa che sa “sperare per tutti”, è proprio alle situazioni di martirio e di persecuzione che dobbiamo guardare. Lì la speranza della vita eterna, della vita in Cristo oltre la morte, trova una sua misteriosa, inquietante, ma concretissima e convincente narrazione. Lì troviamo la risposta all’inquietante domanda: “dove sta andando la chiesa?”.

ENZO BIANCHI

  • 1
  • 2