Insieme - 10

Rocca, novembre 2012
di ENZO BIANCHI
Il presente delle nostre comunità ecclesiali dipende proprio dall’armonia e dalla sapienza con cui sappiamo compaginare le diverse età della vita nel tessuto quotidiano delle decisioni da prendere e dei compiti da assolvere

GENERAZIONI INSIEME

 Rocca, novembre 2012
di ENZO BIANCHI

 

Un clima sociale sempre più avvelenato e il desiderio di trovare scorciatoie per uscire dalla crisi esasperano sempre più anche le contrapposizioni generazionali, come se una data di nascita più recente fosse di per sé garanzia di maggior facilità nel risolvere i problemi. La tensione tra giovani e anziani è antica quanto il mondo, ma forse oggi la stiamo vivendo con aspetti paradossali. Da un lato le nostre società occidentali sembrano affette da giovanilismo esasperato: nessuno vuole invecchiare e ogni trucco è buono, dalla cosmesi al vestiario, dall’esercizio fisico alle diete, dall’aggiornamento tecnologico ai comportamenti sociali... tutto deve concorrere a relegare in un futuro indefinito il progressivo invecchiamento, fino a negarlo contro ogni evidenza. D’altro canto la strenue difesa di quella che un tempo si chiamava “gerontocrazia” subisce gli attacchi dei più giovani che, anche verbalmente, considerano gli anziani ferrivecchi da rottamare, finendo per cosificare gli appartenenti alle generazioni precedenti. Senza contare poi il tacito disprezzo che si nutre per chi esce definitivamente dal ciclo produttivo, come se l’unico apporto di un individuo alla società fosse il suo contributo al prodotto interno lordo. In questo cortocircuito generazionale  si è finito per privare tragicamente gli anziani del loro passato e i giovani del loro futuro: così la società nel suo insieme non fa tesoro né delle potenzialità dei giovani – la speranza, l’entusiasmo, le energie fisiche, l’elasticità mentale.. – né delle virtù degli anziani come l’esperienza, la saggezza, la capacità di resistenza, la memoria storica. Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti, per semplice buonsenso e per averlo toccato con mano infinite volte, che non basta essere giovani o essere vecchi per agire efficacemente per il bene comune.