Caro Diogneto - 49
di ENZO BIANCHI
Il cristiano è richiamato dal Vangelo e la conformità o la non conformità a Gesù Cristo dovrebbe apparirgli come un criterio evidente per giudicare la sua fede
JESUS, gennaio 2013
di ENZO BIANCHI
Da alcuni anni viene ripetuto come uno slogan, che si vuole decisivo e apodittico: “Con Dio o senza Dio tutto cambia”. Queste parole vengono infatti recepite come parole che tracciano un fossato profondo tra credenti in Dio e coloro che non professano una fede in lui, i senza Dio o atei. Tutto cambierebbe, nel senso che dalla professione di fede in Dio discenderebbe un uomo totalmente diverso rispetto a quello che non si sente di professare tale fede.
Occorre dunque riflettere bene su questa affermazione ed esaminarne la plausibilità. Il cristiano con fede evangelica si sente perciò innanzitutto obbligato a confrontarsi, affermando che Dio è un termine troppo ambiguo, perché il Dio dei cristiani non è un qualsiasi Dio, ma il Dio raccontato da Gesù Cristo (cf. Gv 1,18), il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo. È lui che con la sua vita umana nella nostra carne ci ha rivelato il Dio vero e vivente; è lui la vera narrazione di Dio che impedisce al cristiano ogni teismo. Dunque l’affermazione “con Dio o senza Dio tutto cambia” non è sufficiente per garantire che l’uomo trovi in Dio (quale? qualsiasi?) il suo bene, il senso del senso, una traccia di umanizzazione.
Ma il cristiano si può fare delle domande ulteriori: “Si può negare Dio o fare a meno di lui senza pensare a se stesso come a un dio? Se Dio non esiste o non è affermato, l’uomo è necessariamente utilitarista fino a pensare solo a se stesso? È un uomo condannato alla philautía, e dunque ai mali che vengono generati da questo amore esasperato di sé, amore che non riconosce gli altri?”. Indubbiamente, non il credente in Dio ma il cristiano che trova nel Vangelo il suo Dio, non può vivere senza gli altri o addirittura contro gli altri, perché il Dio del Vangelo comanda l’amore del fratello. Chi crede in Gesù Cristo e ama Dio deve innanzitutto fare ciò che Dio gli comanda: questo fa assolutamente parte del suo amore per Dio! Dunque il cristiano è richiamato dal Vangelo, è giudicato dal Vangelo, e la conformità o la non conformità a Gesù Cristo dovrebbe apparirgli come un criterio evidente per giudicare la sua fede. Nella fede autentica il cristiano trova le ragioni per un’esistenza vissuta come cammino di umanizzazione, per una vita segnata da amore, giustizia, riconciliazione, pace, una vita buona, bella e beata.
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