Commento al Compendio del Catechismo - 29

Famiglia cristiana, 10 marzo 2013
di ENZO BIANCHI
Esercitandoci a questa unificazione di tutto il nostro essere, giungiamo progressivamente anche ad accogliere la preghiera dello Spirito santo in noi (cf. Rm 8,26-27). E così ci può essere dato di pervenire a una preghiera continua, che non nasce da noi: è un flusso sotterraneo, un costante ricordo di Dio
Famiglia cristiana, 10 marzo 2013
ENZO BIANCHI

 

Quali sono le espressioni della vita di preghiera?
La tradizione cristiana ha conservato tre modi per esprimere e vivere la preghiera: la preghiera vocale, la meditazione e la preghiera contemplativa. Il loro tratto comune è il raccoglimento del cuore.

(Compendio del Catechismo n. 568)


Come si caratterizza la preghiera vocale?
La preghiera vocale associa il corpo alla preghiera interiore del cuore. Anche la più interiore delle preghiere non potrebbe fare a meno della preghiera vocale. In ogni caso essa deve sempre sgorgare da una fede personale. Con il Padre Nostro Gesù ci ha insegnato una formula perfetta di preghiera vocale.

(Compendio del Catechismo n. 569)

L’essenza e la motivazione profonda della preghiera vocale sono ben espresse dalla versione più ampia del Catechismo: “Il bisogno di associare i sensi alla preghiera interiore risponde a un’esigenza della natura umana. Siamo corpo e spirito, e quindi avvertiamo il bisogno di tradurre esteriormente i nostri sentimenti. Dobbiamo pregare con tutto il nostro essere per dare alla nostra supplica la maggior forza possibile” (CCC 2702).

La nostra voce si fa dunque espressione di tutta la nostra persona, tesa a entrare in comunione con il Signore, accogliendo il suo rivelarsi a noi. Se – come scrive l’Apostolo Paolo – “la fede nasce dall’ascolto” (Rm 10,17), la preghiera vocale è una forma del dialogo originato da tale ascolto e una testimonianza sensibile della fede. Ovviamente, come ricorda il Compendio, il Padre nostro insegnatoci da Gesù è la forma perfetta, la sintesi più eloquente di ogni preghiera vocale. Qui però non possiamo commentare estesamente il Padre nostro, che sarà oggetto specifico di una successiva rubrica.

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