Pasqua di Resurrezione
Omelia di ENZO BIANCHI
Amare Gesù è amare la resurrezione, credere Gesù è credere la resurrezione, sperare Gesù è sperare la resurrezione. La resurrezione è solo questione di accoglienza di una parola, accoglienza che avviene nell’amore. Potremmo dire che la resurrezione è solo una questione di amore: non risponde a nessun processo, neanche al processo esegetico, intellettuale di interpretazione delle Scritture.
Bose, 30 marzo 20123
Omelia per la Veglia Pasquale di ENZO BIANCHI
Lc 24, 1-12
Ascolta l'omelia:
Siamo qui in assemblea santa perché crediamo che Cristo è in mezzo a noi, è il Vivente per sempre, è il Vincitore della morte, quella morte che opera in ciascuno di noi ma che il Vincitore della morte ha sconfitto per sempre. Ci siamo detti l’un l’altro che Cristo è risorto, non solo perché lo crediamo ma perché lo sperimentiamo, anche in questo rinnovato ricominciare nella sequela di Cristo. Ci siamo detti l’un l’altro che Cristo è risorto, perché sentiamo che se c’è in noi l’amore è perché lui ce lo ha donato, perché lui ci insegna a viverlo gli uni con gli altri. Abbiamo ascoltato la Parola del Signore che ci ha rivelato perché questo mondo esiste, perché noi siamo stati creati e in questo mondo siamo nati e ora viviamo. Questa Parola ci ha anche rivelato come lui, Dio, ha insegnato a noi uomini, a partire da Abramo, ad avere fede e fiducia. Tutto l’Antico Testamento è soltanto una pedagogia alla fede, alla fiducia. Dalla Parola abbiamo anche ascoltato la rivelazione che l’amore di Dio è più forte della morte (cf. Ct 8,6) e che nei tempi della pienezza Dio, per dirci questa verità, ha voluto diventare uno di noi: Dio si è umanizzato e Gesù di Nazaret è questo uomo che come noi è nato, è cresciuto, è vissuto, è morto; ma quest’uomo era il Dio vivente e vero umanizzato nella storia. Così noi questa sera facciamo memoria che la morte di Cristo non è stata la sua ultima realtà: è stata solo l’estremo della sua esistenza umana, quell’esistenza che Dio ha voluto abitare per poter dare morte alla morte e aprire a noi uomini la sua vita stessa, la vita divina ed eterna.