Cristianesimo come religione dell’amore.
L’identificazione è immediata, ma spesso rischia di trasmettere un’immagine edulcorata della fede cristiana, che invece ha a che fare, in modo speciale, anche con la violenza e il male.
Il priore di Bose affronta a viso aperto questo tema leggendo i “salmi imprecatori”, testi biblici di solito poco frequentati proprio perché ricchi di immagini di violenza che disturbano la nostra sensibilità e ci mettono a disagio. Una violenza che viene portata davanti a Dio come grido di dolore, invocazione di una liberazione, ma anche invettiva. Perfino nella preghiera, il grido delle vittime innocenti di fronte al male dilagante e impunito arriva a mettere in questione la stessa bontà di Dio, la sua vicinanza, la sua capacità di giustizia.
L’esperienza del male appartiene ineludibilmente alla vita. La Bibbia lo sa bene, e ne parla senza filtri o eufemismi, senza paura di dar voce a tutto l’uomo. E di dargli un senso e una speranza.
ENZO BIANCHI
La violenza e Dio
pp. 108, Vita e Pensiero 2013
La sapienza del cuore
Omaggio a ENZO BIANCHI
In occasione dei suoi settant'anni, gli amici, insieme ai fratelli e
alle sorelle della Comunità, hanno pensato un libro che raccoglie
testimonianze e tributi di quanti negli anni hanno intrattenuto con lui
conversazioni
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Perché siamo qui a pregare insieme la Via Crucis?
Siamo qui perché vogliamo contemplare il suo volto. In questo volto di dolore noi vogliamo vedere anche tutti gli uomini della terra, quelli che soffrono e muoiono.
ENZO BIANCHI
Via Crucis. Meditazioni e preghiere
© 2013 EDB
Una profonda riflessione sui Canti del Servo contenuti nel libro di Isaia. Comprendere in maniera profonda e intelligente questi canti non è facile; anzi, proprio perché essi contengono in realtà «la parola della croce» (1Cor 1,18), possono anche scandalizzarci e indurire il nostro cuore, attraverso il loro messaggio che pare inaudito, irricevibile (cf. Is 53,1). Leggendo i Canti del Servo si medita in profondità sulla vita di Gesù: ciò che il profeta ha scritto alla metà del VI secolo a.C. si è realizzato pienamente nella vicenda di Gesù Cristo, Messia crocifisso, «vincitore perché vittima». Gesù deve aver pensato la propria vocazione più profonda alla luce di questi canti, assumendoli come forma della sua vita, fino a interpretare attraverso di essi la propria fine.
ENZO BIANCHI
Una vita e una morte annunciata.
Il Servo del Signore
pp. 104, Edizioni San Paolo 2013